Coronavirus, i nuovi poveri: «Lavoravo in nero, mi date il bonus?»

Coronavirus, i nuovi poveri: «Lavoravo in nero, mi date il bonus?»
di Luca Benedetti
Martedì 31 Marzo 2020, 09:30
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PERUGIA - «Io lavoravo in nero, potete aiutarmi con il bonus spesa? Facevo il manovale, non avevano un problema prima dell’emergenza». «Scusate, sono anziana, già aiuto i mie figli, ma non ce la faccio più. Posso avere il bonus spesa». «Buongiorno, sono un professionista. Vorrei informarmi se ci sono aiuti previsti dal Comune? Era per un mio conoscente». 
Le telefonate per il bonus spesa, ieri, hanno rischiato di mandare in tilt i telefoni (con deviazione di chiamata visto lo smart working dei dipendenti) di palazzo dei Priori. Ma già da una decina di giorni sono sempre di più le persone che chiamano in Comune per trovare una sponda, un aiuto. Anche la telefonata del professionista, mascherata da ricerca di informazioni per un conoscente, va in quella direzione.
«Siamo letteralmente presi d’assalto- spiega l’assessore al Sociale- Edi Cicchi, e il decreto abbiamo iniziato a studiarlo di notte. Sappiamo quale è la platea delle persone che aiutiamo, ma ce ne sarà una ancora inesplorata. Penso alle partite Iva, ai commercianti dei mercati settimanali. C’è gente che andava avanti senza problemi e che adesso non ha più un’entrata perché l’attività è stata bloccata. Stiamo lavorando con gli uffici per fare in modo che entro la fine della settimana si possano fare i bandi: sia per chi può ottenere il bonus spesa, sia per le attività dove si può spendere quel buono».
Il sindaco Andrea Romizi ha dato una linea chiara: che si trovi la soluzione più semplice e meno burocratica possibile per andare incontro a chi ha bisogno nelle settimane del Covid-19. Tra le ipotesi c’è quella di una card ricaricabile per usufruire dell’aiuto.
«Al Comune di Perugia- dice ancora l’assessore Cicchi tra una telefonata e una riunione- sono stati assegnati 870mila euro. Una bella cifretta. Quanto andrà a ogni famiglia? È presto per dirlo. Possiamo ipotizzare 300 euro per una famiglia di due persone ai 500 per una di cinque, ma ripeto sono dati ancora da definire. Al momento, stiamo gestendo l’emergenza con la consegna dei pasti a casa e copriamo, anche nel rapporto con Croce Rossa e Caritas, circa 200 persone(anche ieri la lista si è allungata, ndr) e abbiamo dato fondo a una risorsa finanziaria che avevamo accantonata per gestire le necessità più immediate». C’è anche chi è stato aiutato per l’acquisto del pellet per scaldarsi.
Il Comune di Perugia, sul fronte dei servizi sociali, assiste circa 2000 famiglie con tutta la gamma dei servizi a disposizione, dai minori agli anziani, passando per i disabili e per i pasti a domicilio. Una parte di queste famiglie entrerà di diritto nel bonus sospesa spesa, platea che verrà ampliata da tutte quelle le categorie colpite dalla crisi economica con l’Italia chiusa per Covid-19.
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