Coronavirus, l'anomalia degli ultimi
contagiati diventa un giallo

In Umbria il coronavirus diventa un giallo
In Umbria il coronavirus diventa un giallo
di Egle Priolo
Lunedì 13 Luglio 2020, 08:23
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PERUGIA Dopo una settimana di dati da codice binario, fatti da tanti zeri e pochi uno, in Umbria si registrano due nuovi casi di positività al coronavirus. 
Casi che fanno salire il numero di contagiati totali dall’inizio dell’epidemia a 1.450. Ma c’è anche un guarito in più (1.356 i totali, più i 5 clinicamente guariti, in attesa di doppio tampone negativo), che festeggia dopo settimane di preoccupazione: incrociando quindi i dati gli attualmente positivi in tutta la regione passano da 13 a 14. 
Si tratta di 8 persone a Terni, 1 a Orvieto, 1 a Ficulle, 3 a Città di Castello e un contagiato di fuori regione. Ancora stabile, per fortuna, il numero dei deceduti, fermi a quota ottanta. Dei 14 positivi al virus, solo 4 risultano essere – in base ai dati forniti dalla Regione Umbria e aggiornati alla mattina di ieri – le persone ricoverate in ospedale: tutte in cura al Santa Maria di Terni, mentre al momento tutte le altre strutture ospedaliere sono Covid-free. 
Ulteriore dato positivo, comunque, nessuno è in terapia intensiva: reparto che non vede da tempo ricoveri da coronavirus. Sempre nelle ultime 24 ore, inoltre, sono stati eseguiti 647 tamponi, per un totale di 106.030 dall’inizio del dilagare della pandemia in Umbria. 
E, per chiudere il quadro, sono 324 (con un aumento del 12 per cento in un giorno) le persone attualmente in isolamento, a fronte di 28.596 che ne sono uscite, costrette alla quarantena per essere venute a contatto con contagiati. E forse sono proprio questi i dati sui quali ragionare.
Perché continua a crescere il numero dei soggetti che - pur non positivi - sono tenuti in osservazione domiciliare: solo due giorni fa, già con un’impennata rilevante di 71 unità in una settimana, erano 280. Chiaramente è una prassi precauzionale dovuta ai nuovi casi, ma è pur vero che – sempre considerando un’eventuale periodo di incubazione – sono praticamente tutti risultati negativi. 
Rendendo, è questo il punto, difficile ricostruire la linea di contagio. In altre parole, da dove arrivano questi recenti casi di positività? È una delle domande per gli esperti, al lavoro da mesi e adesso chiaramente impegnati nello studio dell’attuale andamento dell’epidemia, che per diversi virologi – come il professor Andrea Crisanti – vedrà importanti impennate in autunno. Tutti motivi che rendono indispensabile, anche per eliminare il rischio di focolai, la prevenzione. E quindi l’utilizzo dei presidi e delle accortezze necessarie per evitare una risalita del numero dei contagiati. Per la salute e la sicurezza di tutti.

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