Coronavirus, oltre cento tra medici e infermieri in quarantena

L'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia
L'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia
di Federico Fabrizi
Domenica 15 Marzo 2020, 17:33 - Ultimo agg. 18 Marzo, 11:46
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PERUGIA - Ora gli eroi rischiano di doversi fermare. L’emergenza dentro l’emergenza racconta di medici, infermieri, operatori sanitari - tanti - costretti a stare a casa per essere venuti in contatto con pazienti positivi al coronavirus.
Ieri sera un’ematologa del Day Hospistal dell’ospedale di Perugia è risultata positiva al Covid-19. Quindici colleghi dello stesso reparto sono stati posti in isolamento. «Lei aveva sempre indossato la doppia mascherina chirurgica - spiega il commissario dell’azienda ospedaliera - poiché opera in un reparto particolarmente sensibile alle infezioni». I medici e gli operatori saranno monitorati e potranno rientrare in servizio «esclusivamente all’esito negativo del tampone», rimarca il commissario.
A Città di Castello, ancora ieri, sono finiti in isolamento altri venti operatori sanitari, non hanno sintomi ma sono venuti a contatto con un paziente risultato positivo che era ricoverato per altre patologie. Ormai è chiaro che il virus ha toccato strutture e persone all’interno degli ospedali. Nella platea dei 110 positivi al Covid-19 in Umbria, ci sono anche una decina di addetti che lavorano negli ospedali. Ma il problema è in un altro numero: oltre 100 tra medici, infermieri e operatori sociosanitari si trovano ristretti nelle loro abitazioni per motivi precauzionali: tante assenze rischiano di far rallentare il funzionamento di una macchina già fortemente stressata.
I NUMERI
Una settimana fa il caso dell’infermiere dell’ospedale di Orvieto, contagiato da un familiare esternamente alla struttura sanitaria. Quindi un paziente positivo “filtrato” nel triage avanzato dell’ospedale di Perugia e la conseguente quarantena per 17 addetti del Santa Maria della Misericordia in cui anche un infermiere è risultato positivo. Ancora un caso all’ospedale di Amelia, che ha costretto a casa altri sette addetti. A Gubbio un medico, quattro infermieri del Pronto Soccorso e un paio di ostetriche sono in isolamento.
IL CONFRONTO
Anche per questo i sindacati alzano la voce. Dopo la protesta di Cgil, Cisl e Uil e della Fimmg (Federazione Medici di Famiglia) che ha scritto alla Tesei, ieri è arrivata la presa di posizione della Rsu dell’ospedale di Perugia. «Chiediamo la sospensione dei ricoveri programmati - dice il coordinatore Claudio Capanni - e delle prestazioni ambulatoriali differibili, la sospensione totale dell’intramoenia e gli accessi all’ospedale devono essere subordinati alla misurazione della febbre».
I quattro commissari straordinari delle aziende sanitarie replicano così alla diffida presentata da Cgil, Cisl e Uil: «Le aziende sanitarie si sono adeguate alle varie fasi epidemiologiche. In ogni azienda è stata creata un’unità di crisi, sono stati attivati specifici corsi di formazione per gli infermieri e la gestione dei casi sospetti. Infine, nessuna intimidazione, ma eventuali situazioni vanno denunciate subito così da consentire l’avvio di accurate indagini»
LE ASSUNZIONI
Resta aperto il tema delle assunzioni in Sanità. C’è un bando per ri-assumere medici in pensione. Nel frattempo, però, alcuni infermieri rischiano di andarsene perché le Regioni vicine attingono ai vincitori di concorso umbri offrendo contratti a tre anni o a tempo indeterminato. Una quindicina di infermieri sono stati contattati da ospedali toscani e un paio da aziende sanitarie emiliane.
IL PUNTO
Ieri, comunque, l’assessore alla sanità Luca Coletto ha potuto annunciare la terza buona notizia: sale a tre il numero dei guariti dal Covd-19 in Umbria, si tratta di uno dei pazienti che erano ricoverati all’ospedale di Perugia. Sono 110 le persone contagiate di cui 32 ricoverate.
 
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