Covid, casi in risalita e 4 morti. L'ombra di Omicron 2

Covid, casi in risalita e 4 morti. L'ombra di Omicron 2
di Fabio Nucci
Sabato 5 Marzo 2022, 11:12
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PERUGIA Le avvisaglie di inizio settimana hanno trovato conferma col passare dei giorni e la frenata nella discesa ora è diventata una risalita seppur lieve della curva. Un trend non atteso dagli esperti umbri del Nucleo epidemiologico e del Cts, tanto che il laboratorio di Microbiologia di Perugia sta dando corso a una serie di sequenziamenti extra. Sul totale dei casi settimanali, in tre giorni risalito di 400 unità e portatosi a 5.600, l’ombra della Omicron 2 e contagi familiari con interi nuclei boccati a casa. E mentre la Cabina di regia conferma pagelle da “fascia bianca”, in sordina prosegue la vaccinazione che nei giorni scorsi ha visto le farmacie tagliare il traguardo delle 50mila dosi iniettate. «Siamo orgogliosi di tale obiettivo, raggiunto in quattro mesi», osserva Silvia Pagliacci, presidente Federfarma Perugia.
Dopo due settimane, nelle quali si è toccato anche il minimo di 667 casi giornalieri in un giorno feriale, il bollettino dei positivi quotidiani è tornato sopra mille: 1.068 i contagi censiti tra giovedì e venerdì a fronte di neanche 8mila tamponi. Il tasso di positività è così risalito al 13,4%, il massimo dal 22 gennaio, mentre la media mobile si riavvicina a 800 e l’incidenza settimanale per 100mila abitanti in tre giorni è passata da 604 a 645 casi. «Non ci attendevamo un aumento, tant’è che il laboratorio di Microbiologia di Perugia sta facendo ulteriori sequenziamenti», fanno sapere dal Nucleo epidemiologico regionale. Lunedì sono attesi i primi esiti. Tale andamento è stato notato ed è sotto la lente anche del Comitato tecnico scientifico regionale. Tra le ipotesi che circolano, la possibile diffusione della variante Omicron 2 (lignaggio BA.2 dell’originaria mutazione sudafricana) sulla quale tutti gli studi convergono nel definirla “probabilmente più trasmissibile della BA.1, ma non in grado di creare grandi cambiamenti rispetto all’originale”. Variante che in Umbria, secondo l’ultima indagine di prevalenza era presente al 96%. Non è esclusa, inoltre, la comparsa di un’ulteriore evoluzione della Omicron, una sorta di versione “plus”, peggiore dei precedenti due lignaggi.
La (lieve) risalita dei contagi per ora non è accompagnata da nuove ospedalizzazioni e, anzi, nell’ultima giornata sono scese ancora: quelle ordinarie di 4 unità (142 il totale), quelle critiche di un posto letto (5 il totale). Un andamento confermato nei parametri della Cabina di regia che nel monitoraggio settimanale indica una saturazione (al 3 marzo) del 22,1% in area medica e del 4,7% (come sette giorni fa) in terapia intensiva. L’altro indicatore decisionale, l’incidenza settimanale, in una settimana è passata da 648,8 a 626,8. Ieri, per effetto degli ultimi 1.068 casi certificati, lo stesso indicatore è risalito a 645. Quanto al resto dei parametri, il monitoraggio Iss-Ministero segnala 76 focolai (111 nel precedente report) e il 44% di casi non associati a catene note, quasi 5mila in 14 giorni. In lieve calo l’indice Rt, a 0,90, e il tasso di positività dei tamponi al netto di retesting e screening, ora al 25%. Tornata sopra la soglia di guardia (75%) la percentuale dei casi con indagine epidemiologica, per la settimana 22-28 febbraio risalita dal 52,8 al 96,5%. Non è escluso, quindi, che la “non discesa” dei contagi possa essere legata anche al tracciamento, ma da più parti sono segnalati interi nuclei familiari contagiati, specie se con bambini non vaccinati all’interno. Ma il virus blocca anche i vaccinati e al 3 marzo in Umbria risultano quasi 70mila persone guarite dopo la somministrazione di almeno una dose di vaccino. Risalita anche per la curva dei decessi: 4 giovedì, 21 nell’ultima settimana.
A proposito di profilassi, negli ultimi giorni è stata superata la soglia dei due milioni di dosi somministrate: 2.003.353 al 3 marzo secondo i dati della Struttura commissariale nazionale, con 730mila soggetti immunizzati con ciclo primario, dei quali 575mila con ulteriore copertura booster.

In tale conteggio sono compresi anche gli oltre 50mila vaccini somministrati nelle farmacie umbre. «Un risultato più che positivo, considerando che di fatto siamo partiti a novembre», spiega Silvia Pagliacci, presidente Federfarma Perugia. «Un risultato frutto anche dell’organizzazione che si è mossa dietro, Federfarma per i protocolli, la modulistica, la cooperativa Farmacentro per la consegna. I farmacisti si sono formati di notte, seguendo i corsi dell’Iss ma all’inizio avevamo tanti dubbi che abbiamo superato con la Regione, considerando la materia in continua evoluzione». Un compito che non ha precluso il resto dell’attività. «Siamo orgogliosi dei farmacisti umbri: si sono ritrovati a fare cose per le quali non erano formati, ma si sono attrezzati, senza ridurre i servizi forniti, né arretrare sul versante tamponi. Per quanto riguarda la vaccinazione, poi, non sono mai emersi problemi o criticità».

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