PERUGIA - Giornata convulsa nei Comuni dell’ Umbria Rosso-Covid dopo la sentenza del Tar che ha ordinato la riapertura di Nidi e scuole d’Infanzia. Qualcuno riapre, molti restano chiusi, altri ci hanno volute riflettere fino a notte fonda. La Regione, da parte sua, in serata ha deciso di fare opposizione al Tar nonché ricorso al Consiglio di Stato verso il provvedimento di sospensiva che ha preso il sopravvento sull’ordinanza di chiusura totale delle scuole firmata dalla Tesei lo scorso 6 fabbraio. Un’iniziativa che al momento non porta effetti ma che sul fronte del Consiglio di Stato potrebbe averne da domani.
LO SCENARIO
La battaglia legale, le ragioni sanitarie, gli scrupoli del buon senso, i diritti dei lavoratori, le esigenze dei genitori. Il Covid-19. C’è di tutto intorno ai bebè dei Nidi e ai 12mila bambini dell’Infanzia dei 59 comuni della provincia di Perugia e dei due (Amelia e San Venanzo) del Ternano con i piccoli sballottati (non solo virtualmente) tra genitori, nonni, baby sitter e maestre d’asilo in attesa che i gradi decidano dove collocarli. Dopo la “deflagrazione” della sospensiva del Tar di sabato, la giornata di festa si è aperta ancora all’insegna dei “vincitori”. In una nota firmata da Francesca Leone e Martina Leonardi il Comitato “A scuola” ha informato che «qualora i Comuni non si adattassero al decreto del Tar i genitori interessati sarebbero pronti a impugnare eventuali Ordinanze Sindacali”.
ANCI IN AZIONE
Come programmato, a partire dalla tarda mattinata, si è svolta la conferenza dei sindaci convocata dall’Anci.
CHI RIAPRE
Hanno invece deciso di adeguarsi alle decisioni del Tar, in qualche caso anche in base a tassi più bassi di contagio, i comuni di Gubbio, Gualdo Tadino e Pietralunga che riaprono direttamente oggi; Amelia, Todi che sanificano oggi e dovrebbero riaprire domani; Città Di Castello, Campello, Spoleto, San Venanzo, Massa Martana, Norcia che annunciano riaperture da mercoledì 17 febbraio dopo sanificazione.
LE INSEGNANTI
Cisl scuola con Erica Casetta e Uil scuola con Lucia Marinelli hanno ribadito ieri la esigenza di tutelare il personale con provvedimenti urgenti ed efficaci e allo stesso tempo si sono dichiarate contrarie alla riapertura di Nido e Infanzia nelle condizioni attuali. L’intervento più circostanziato è arrivato dalle insegnanti dell’Infanzia che si sentono abbandonate ed esposte ad alto rischio dovendo gestire “bolle in sicurezza”. Per farlo, dicono: «Ci siamo noi docenti, unica categoria di lavoratori chiamati a operare in sezioni con 20-25 e a volte anche più bambini senza mascherina». E aggiungono che «non sono “baby sitter a basso costo ma docenti, professionisti che con amore e passione e non poca fatica hanno già attivato la didattica a distanza sebbene non fosse prevista dall’ordinanza regionale. Docenti che comunque «sono in classe a versare l’acqua, a pulire nasini che colano, a tagliare la frittata in piccoli pezzi, a cambiare il foglio su cui si è starnutito; a consolare e asciugare le lacrime. Tutto ciò igienizzandosi ogni volta le mani.