«Risale la pressione sugli ospedali». A Perugia degenti Covid tornano anche a Malattie infettive

«Risale la pressione sugli ospedali». A Perugia degenti Covid tornano anche a Malattie infettive
di Fabio Nucci
Venerdì 20 Agosto 2021, 08:22
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PERUGIA Secondo scatto di ricoveri Covid in tre giorni, col totale che ora segna 49 posti letto occupati in area medica cui si aggiungono 4 pazienti “critici”. La pressione torna a salire nei reparti di Malattie infettive a partire da Perugia dove ora si contano 28 degenti, rispetto ai 4-5 dell’agosto 2020. “Il quadro dei ricoverati inizia ad essere variegato”, osserva Andrea Tosti, medico dell’equipe diretta dalla professoressa Daniela Francisci. Questo mentre la curva epidemica segna una lieve flessione, con 104 nuovi casi diagnosticati tra mercoledì e giovedì mattina e un’incidenza cumulativa salita a 93 casi ogni 100mila abitanti, come evidenzia il report del Nucleo epidemiologico. Un’avanzata trainata da contagi diffusi nella fascia 14-24 anni e casi in leggero aumento nelle classi 6-13 e 25-44 anni.
L’ultimo bollettino indica sette degenti Covid ordinari in più, 49 in totale, cui si aggiungono i 4 di terapia intensiva. In una settimana, il carico dei pazienti Covid negli ospedali umbri è salito di 19 unità. “Il 16 agosto sono stati ricoverati 6 pazienti – spiega il dottor Tosti - molti di più dei numeri abituali. Dovremo vedere se questo aumento continuerà ma è un fatto che da due settimane il nostro reparto si è aggiunto all'unico che prima ricoverava i degenti Covid: segno che i 18 posti iniziali non sono più sufficienti”. La maggior parte dei ricoverati non sono vaccinati, non per scelta ma perché magari non ha fatto in tempo. “Un paziente si è vaccinato circa 10 giorni prima di ammalarsi – osserva il dottor Tosti - e quindi non era ancora protetto. Sono rari i casi di vaccinati contagiati e ricoverati con malattia severa, anche se ora abbiamo il caso di un paziente settantenne. Il quadro, quindi, è variegato e rispetto ad agosto dell'anno scorso, con 5-6 ricoverati occasionali in tutto il mese, ora ne abbiamo oltre 20. Per quanto il vaccino protegga, numericamente il carico per l'ospedale sembra cresciuto”.
Colpa anche della variante Delta che dalle ultime sequenze genomiche effettuate, come evidenzia il report regionale, risulta prevalente nella quasi totalità dei casi (97%). “Ha una capacità di infezione molto alta con un valore R con zero compreso tra 6 e 8. Il fatto che non ci sia, al momento, una crescita esponenziale repentina dei casi e che il rapporto tra i casi e gli indicatori di gravità si sia molto ridotto, fa pensare che la vaccinazione, ormai consistente su gran parte della popolazione vaccinabile, rallenti sia la diffusione e soprattutto la gravità della malattia”, osservano gli esperti del Nucleo epidemiologico. Fra i positivi censiti dal 9 e il 15 agosto, ad esempio, l’80% non ha avuto una vaccinazione efficace, il 62% nessuna vaccinazione, il 18% una sola dose, il 3% una seconda da meno di 15 giorni. La campagna, al 19 agosto, indica che l’80% degli umbri over 12 hanno ricevuto almeno una dose o si sono prenotati. Circa 609.000 vaccinati, 20.000 prenotati e 154.000 cittadini no-vax. “L’impegno per la vaccinazione dei soggetti più giovani ha portato ad un importante incremento dei vaccinati e dei prenotati: il 74% dei giovani tra i 20 e i 29 anni ha ricevuto almeno una dose o si è prenotato mentre tra i 12 e i 19 anni si sono vaccinati o prenotati il 54% del totale”. In questa fascia si registra una maggiore adesione nei giovani delle scuole superiori, circa il 70% tra i 15 e i 19 anni mentre sono poco più del 18% i dodicenni vaccinati o prenotati. Al riguardo le prossime due domeniche sono previsti due vax day dedicati ai ragazzi tra i 12 i 18 anni in tutti i punti vaccinali territoriali dell’Umbria (a Terni sabato 28 invece che domenica 29).
A proposito di profilassi, però, si segnala la presa di posizione dei sindacati che parlano di eccessive pressioni sui medici impegnati nei centri vaccinali, con Cgil e Fp Cgil di Perugia con Cgil Medici che chiedono di rivedere la scelta di concentrare solo su Perugia-San Marco la campagna del Perugino. “Gli errori, i ritardi e le conseguenze delle scelte sbagliate dei vertici della sanità umbra non possono in alcun modo essere fatti ricadere sulle spalle del personale sanitario”, dicono.

Il riferimento è anche alle “pesanti pressioni e ingerenze sul loro operato” da parte dei vertici della sanità umbra, come segnalato nei giorni scorsi da un medico in pensione. Replica il commissario Massimo D’Angelo, spiegando che il mio atteggiamento era mirato solo a garantire un regolare flusso di lavoro. "Non voleva essere una mancanza di rispetto nei confronti di professioniste e colleghe". Intanto sono dieci le sospensioni appurate alla Usl Umbria 1, di 10 "addetti di comparto" no-vax. Un'ottantina in tutto le posizioni al vaglio.

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