Il Parco dedicato a David Raggi, il giovane del villaggio Matteotti, ammazzato sei anni fa, a soli 27 anni, da un extra comunitario ubriaco, nel centro cittadino di Terni, (Tra qualche giorno è l’anniversario della sua scomparsa) e che doveva rappresentare il fiore all’occhiello di un quartiere che voleva, e che ha ancora voglia di tornare a vivere, è diventato, invece, il simbolo del degrado e del disagio sociale. I primi a soffrire di questa situazione, insieme ai residenti, sono proprio i genitori di David che vivono nel cuore del villaggio, in via Irma Bandiera.
Quel parco dedicato a David aveva inorgoglito la famiglia Raggi anche perché quel povero ragazzo di quartiere, morto così tragicamente, è cresciuto proprio in quel parco. Oggi, quel giardino – al suo interno una volta funzionava un chiosco bar – è nell’abbandono più totale: non c’è manutenzione, né illuminazione sufficiente, solo tanta incuria!. «Io evito ormai anche di passare davanti al parco dedicato a mio figlio – dice Walter Raggi, anche lui ex operaio della Terni – mi fa troppo male vedere tutta questa sporcizia, tutto nel degrado più totale.
Un quartiere senza “sentinelle” sociali e senza alcun controllo. «In realtà spesso all’interno del villaggio transitano pattuglie della Polizia di Stato, ma neanche si fermano più – aggiunge Andrea Caprari – nel corso di questi ultimi tempi ci sono stati veri e propri atti vandalici culminati in un incendio e lancio di bombe carta. Un paio di anni fa in via Irma Bandiera fu rinvenuto un ordigno rudimentale, una specie di bomba. Un far west, insomma. Noi siamo stanchi. Abbiamo denunciato tutto agli organi di Polizia ed anche alla Procura della Repubblica ma tutti, almeno sembra, abbiano le mani legate. Nessuno interviene!». Al quartiere non esistono più spazi pubblici, luoghi per la vita sociale e a pensare che ci sarebbero locali attualmente inutilizzati, a cominciare dall’ex asilo comunale e il supermercato di proprietà della società del Ministero del tesoro. «La verità è che non c’è la volontà politica di migliorare le cose – conclude Bruno, un signore in giro per il quartiere con il suo cane – e a pensare che il Villaggio Matteotti di Terni è una delle avanguardie architettoniche nazionali, simbolo di modernità e di architettura partecipata, cioè collaborativa. Nella realtà è una specie di bronx». Alberto Favilla