Sos quartieri, Villaggio Matteotti: «Il parco dedicato a David Raggi lasciato nel degrado»

Sos quartieri, Villaggio Matteotti: «Il parco dedicato a David Raggi lasciato nel degrado»
di Alberto Favilla
Giovedì 25 Febbraio 2021, 10:17
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Il Parco dedicato a David Raggi, il giovane del villaggio Matteotti, ammazzato sei anni fa, a soli 27 anni, da un extra comunitario ubriaco, nel centro cittadino di Terni, (Tra qualche giorno è l’anniversario della sua scomparsa) e che doveva rappresentare il fiore all’occhiello di un quartiere che voleva, e che ha ancora voglia di tornare a vivere, è diventato, invece, il simbolo del degrado e del disagio sociale. I primi a soffrire di questa situazione, insieme ai residenti, sono proprio i genitori di David che vivono nel cuore del villaggio, in via Irma Bandiera.

Quel parco dedicato a David aveva inorgoglito la famiglia Raggi anche perché quel povero ragazzo di quartiere, morto così tragicamente, è cresciuto proprio in quel parco. Oggi, quel giardino – al suo interno una volta funzionava un chiosco bar – è nell’abbandono più totale: non c’è manutenzione, né illuminazione sufficiente, solo tanta incuria!. «Io evito ormai anche di passare davanti al parco dedicato a mio figlio – dice Walter Raggi, anche lui ex operaio della Terni – mi fa troppo male vedere tutta questa sporcizia, tutto nel degrado più totale.

A pensare che quando fu inaugurato dissero gli amministratori che avrebbero messo anche telecamere di vigilanza. In realtà quelle telecamere le stiamo ancora aspettando. Intanto hanno divelto il cancello d’ingresso e si entra e si esce a tutte le ore. Io mi ero anche proposto come vigilante. Avrei aperto e chiuso alla sera invece il Parco è solo una zona franca dove si può fare di tutto». Se durante il primo pomeriggio il parco è sede dei giochi dei più giovani, la sera e la notte non avendo la zona alcun controllo diventa lo spazio per delinquere. Anche la mamma del povero David, la signora Bruna, è a dir poco amareggiata. Non pensava minimamente che il parco fosse andato a finire così male. "E’ vero. Sono profondamente delusa - dice la signora Bruna – la figura di mio figlio non è di sicuro né rispettata, né tantomeno onorata. A noi dispiace tanto. In quel parco dove è cresciuto David credevamo molto. Lo pensavamo come un luogo di incontro per i ragazzi, invece soprattutto di notte è teatro di vere scorrerie. Non ne voglio più neanche parlare».

Un quartiere senza “sentinelle” sociali e senza alcun controllo. «In realtà spesso all’interno del villaggio transitano pattuglie della Polizia di Stato, ma neanche si fermano più – aggiunge Andrea Caprari – nel corso di questi ultimi tempi ci sono stati veri e propri atti vandalici culminati in un incendio e lancio di bombe carta. Un paio di anni fa in via Irma Bandiera fu rinvenuto un ordigno rudimentale, una specie di bomba. Un far west, insomma. Noi siamo stanchi. Abbiamo denunciato tutto agli organi di Polizia ed anche alla Procura della Repubblica ma tutti, almeno sembra, abbiano le mani legate. Nessuno interviene!». Al quartiere non esistono più spazi pubblici, luoghi per la vita sociale e a pensare che ci sarebbero locali attualmente inutilizzati, a cominciare dall’ex asilo comunale e il supermercato di proprietà della società del Ministero del tesoro. «La verità è che non c’è la volontà politica di migliorare le cose – conclude Bruno, un signore in giro per il quartiere con il suo cane – e a pensare che il Villaggio Matteotti di Terni è una delle avanguardie architettoniche nazionali, simbolo di modernità e di architettura partecipata, cioè collaborativa. Nella realtà è una specie di bronx». Alberto Favilla

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