«E' il geometra della Mafia»
L'incubo di un quarantenne
finito in carcere
per uno scambio di persona
«Mi hanno pure licenziato»

«E' il geometra della Mafia» L'incubo di un quarantenne finito in carcere per uno scambio di persona «Mi hanno pure licenziato»
di Nicoletta Gigli
Martedì 19 Ottobre 2021, 09:03
3 Minuti di Lettura

TERNI «Sette carabinieri della direzione distrettuale antimafia di Milano con i mitra suonarono a casa mia alle 5 del mattino. Mi dissero che sarei dovuto andare col loro e io, che avevo la coscienza pulita, caddi dalle nuvole. Cercavano l'escavatore, iniziarono la perquisizione ma ovviamente non trovarono nulla. Poi mi portarono nel carcere di Opera con l'accusa di corruzione aggravata». Riccardo Lazzari, 40 anni, ternano, di professione geometra, per anni stimato funzionario dell'Anas prima in Umbria e poi in Lombardia, racconta la sua odissea che si è conclusa con un'assoluzione con formula piena. Tra gli undici finiti in cella a settembre di un anno fa, tutti accusati di metodo mafioso per aver agevolato le attività consortili della locale ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo, c'era anche Riccardo. Che ha lavorato in Anas nella sua regione dal 2006 e che sei anni fa ha chiesto il trasferimento in Lombardia, dove vive con la moglie. «Solo dopo qualche tempo hanno capito che, a differenza di quello che emergeva nelle intercettazioni che mi portarono in cella, non mi chiamavo Fausto e che non ero pugliese - dice. I miei genitori ed io siamo tutti ternani». All'epoca gli investigatori della Dda ipotizzarono che lo stimato professionista, evidentemente scambiato per un'altra persona, si sarebbe fatto corrompere dai vertici di un'impresa che svolgeva lavori per conto di Anas. Dopo aver avallato una serie di irregolarità si sarebbe fatto regalare in cambio un escavatore per l'azienda del padre, che a Terni esercita la professione di avvocato. Un'accusa infamante quella di corruzione aggravata che a Riccardo Lazzari, licenziato da Anas, ha fatto pure perdere il lavoro. Ora che, assistito dallo studio legale Battiston di Magenta, il gip di Milano l'ha assolto per non aver commesso il fatto, ripercorre dodici mesi d'inferno che l'hanno segnato per sempre. «Quando mi portarono in caserma mi sono sentito male e ho perso conoscenza. Per fortuna al terzo giorno di reclusione nel carcere di Opera è arrivato il gip per l'interrogatorio di garanzia. Ho mostrato il mio blocco di verbali, tutti presenti nel bollettario, e ho spiegato con le carte che non ne sapevo nulla di ciò che mi veniva addebitato. Il giorno dopo fui scarcerato. Tornando a casa trovai la procedura disciplinare da parte di Anas. Ero stato sospeso senza stipendio». Nel frattempo, in attesa della conclusione del processo, Riccardo, che nel 2016 fu premiato come uno dei migliori funzionari Anas della Lombardia, ha trovato lavoro come responsabile della sicurezza dei cantieri in una multinazionale Svizzera. Di quei giorni in isolamento in una cella di Opera ricorda ogni minimo dettaglio: «E' stata dura ma io ero forte perché sapevo di non aver fatto nulla - dice. Quello che mi pesa è che i miei genitori e mia moglie hanno problemi di salute che sono certo siano legati a questa situazione. L'avvocato Samantha Battiston aspetta di leggere le motivazioni della sentenza del gip del tribunale di Milano, che ha assolto Lazzari perché il fatto non sussiste. Il legale non nasconde che questo per Riccardo Lazzari è stato un anno difficile. La linea difensiva era chiara - aggiunge Battiston - abbiamo accertato la regolarità dei lavori e dimostrato che non ha commesso i fatti contestati». Quanto al licenziamento disciplinare deciso da Anas la vicenda civile è ancora aperta. Come l'ipotesi di chiedere i danni per l'ingiusta detenzione di una persona finita in cella per errore.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA