Foligno, Dpcm: bar e ristoranti chiusi in anticipo c’è chi protesta andando a cena entro le 18

Foligno, Dpcm: bar e ristoranti chiusi in anticipo c’è chi protesta andando a cena entro le 18
di Giovanni Camirri
Martedì 27 Ottobre 2020, 13:52
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FOLIGNO - “Io non mi arrendo! Protesterò a modo mio come sempre. A mangiare prima delle 18 a sostegno di quegli esercenti onesti e ligi alle indicazioni della Legge. Un modo gustoso di protestare e portare solidarietà!”. L’idea, una scelta divenuta concreta già domenica, porta la firma del folignate Fabio Ciancabilla. “Come cittadino – dice Ciancabilla a Il messaggero – credo sia giusto sostenre quei locali che hanno sempre rispettato le regole applicando l’obbligo di prenotazione e il contingentamento dei clienti. Voglio premiare, e spero di non essere l’unico, chi ha sempre lavorato bene e in questa fase di pandemia ha fatto ancora meglio. E per questo invito anche altri – conclude – a fare lo stesso”. Sulla vicenda delle chiusure alle 18 per bar e ristoranti prende posizione, con una nota diramata da Lega Umbria Salvini, il sindaco di Foligno Stefano Zuccarini. “Sono amareggiato – dice il primo cittadino - per questa chiusura voluta dal governo Conte, inutile e dannosa per la nostra economia. Abbiamo costretto le attività ad adeguarsi alle norme anticovid facendo spendere agli esercenti e alle attività commerciali migliaia di euro per mettersi in regola, ora li facciamo chiudere”. 

L'IDEA

“Prevedere la chiusura alle 18 – ricorda - per bar e ristoranti equivale a costringerli sostanzialmente alla chiusura – prosegue il sindaco - chiedo pertanto immediati aiuti economici da parte del Governo alle categorie direttamente colpite e a quelle che ne subiranno anche le conseguenze riflesse.

Ora dobbiamo essere tutti uniti per amore della nostra città e per tutti coloro che la tengono viva. Per questo motivo mi appello ai cittadini a prediligere acquisti nelle attività commerciali del nostro comune come senso di solidarietà e per evitare di fargli chiudere le saracinesche, questo non possiamo permetterlo. Le chiusure delle attività che tengono viva una città porteranno inevitabilmente ad un impoverimento generalizzato del tessuto economico creando una nuova emergenza sociale. L'amministrazione comunale – conclude il sindaco - farà tutto ciò che è nelle proprie possibilità per venire incontro ai cittadini e ai lavoratori più colpiti da queste chiusure, ma il Governo – conclude il sindaco - deve fare la sua parte e presto”.

Giovanni Camirri

giovanni.camirri@ilmessaggero.it

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