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Influenza, in Umbria mai tanti casi a inizio novembre. I più colpiti sono i bambini

di Selenio Canestrelli
Articolo riservato agli abbonati
Sabato 12 Novembre 2022, 08:46 - Ultimo agg. : 08:47
3 Minuti di Lettura

L’influenza scatta in forte anticipo e spiazza tutti, medici compresi. Con la sindrome che sposta a sorpresa le lancette indietro come mai accaduto negli ultimi 11 anni, facendo un insolito capolino nella stagione autunnale, con un’incidenza pari al 5 mille abitanti coinvolti. Ad essere i più colpiti sono i bambini fino ai quattro anni, ma anche gli anziani oltre i 65 anni che di solito sono protetti dalla vaccinazione anti influenzale, che però, visto il forte anticipo della sindrome, sta partendo come ogni anno, proprio in questi giorni, senza poter, per forza di cose, fare muro contro questo inaspettato arrivo dei sintomi. Infatti, l’incidenza che si sta registrando in Umbria in questi giorni sarebbe quasi come quella che solitamente si registra a ridosso di dicembre. E subito scatta l’allerta dei medici, soprattutto i pediatri, che ora spingono l’acceleratore sulle vaccinazioni. D’altronde a parlare sono i dati della rete di sorveglianza Influnet elaborati dal Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità: cifre che parlano di «un brusco aumento nel numero di casi riferibili a sindromi simil-influenzali, con un’incidenza pari a 4,8 casi per mille assistiti», sottolineando che «non solo i virus influenzali, ma anche diversi virus respiratori tra cui i rhinovirus, il SARS-CoV-2 e, in parte, il virus respiratorio sinciziale e gli adenovirus concorrono a tale aumento». La situazione, insomma, è da stretta sorveglianza, come afferma anche il dottor Michele Mencacci, pediatra: «Noi medici del territorio stiamo assistendo a questo fenomeno da alcuni giorni – dice – L’influenza è tornata molto in anticipo con l'Umbria che risulta tra le regioni più colpite in base al Rapporto Influnet. Infatti, si scopre che al momento attuale siamo a livelli di circolazione virale più alti dei picchi massimi raggiunti nelle due precedenti stagioni e mai, in tutte le stagioni precedentemente considerate, eravamo a livelli così alti a novembre e i bambini da 0 a 4 anni sono di gran lunga la fascia con maggior circolazione del virus». Per il dottor Mencacci «i ceppi attesi sono della famiglia del virus influenzale A (sottotipi H1N1 e H3N2) e della famiglia B. Soprattutto l'H3N2 ha mostrato, nelle stagioni precedenti, un decorso spesso caratterizzato da febbre alta per 2-4 giorni, seguita da un paio di giorni in apiressia e successivamente da una ripresa di febbre per altri 2-3 giorni. La comparsa della febbre in genere è repentina, in apparente benessere, e ovviamente è spesso associata ai comuni sintomi influenzali (raffreddore, tosse, cefalea, stanchezza, qualche volta sintomi gastrointestinali). Mentre le complicanze più comuni possono essere legate a sovrainfezioni batteriche (otiti, sinusiti, broncopolmoniti). E in genere esordiscono dopo alcuni giorni dall'inizio dei sintomi. Per questo motivo c'è bisogno di correre il più possibile con la campagna vaccinale (la Regione offre gratuitamente il vaccino ai bambini dai 6 mesi ai 6 anni, oltre i 2 anni si può utilizzare anche lo spray nasale, che è sicuramente più accettato come modalità di somministrazione)». Ma la parola d’ordine è che, nonostante tutto, «c'è anche bisogno di mantenere la calma, di non farsi spaventare dalla febbre, che è tra i più grandi meccanismi di difesa che Madre Natura ci ha donato, e di ricorrere alla visita medica nel momento in cui è utile o necessaria, quando si sospetta che possa esserci qualche complicanza, essendo impossibile per noi pediatri, che assistiamo mille bambini, vedere lo stesso bimbo 3-4 volte per lo stesso episodio infettivo. Abbiamo pazienza, teniamo idratati i bambini e usiamo il paracetamolo quando serve, non per abbassare la febbre a tutti i costi ma per trattare un eventuale malessere associato»

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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