«Conti svuotati»: Perugia, allarme per la truffa del soldato americano

«Conti svuotati»: Perugia, allarme per la truffa del soldato americano
Martedì 27 Aprile 2021, 11:35 - Ultimo agg. 28 Aprile, 07:28
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PERUGIA - Una foto a riempire il profilo social e il cuore di bei sentimenti. La foto di un militare, in divisa, magari in uno degli scenari più difficili a livello mondiale. Una foto accompagnata dalle parole, dolci, che toccano ulteriormente le corde dell’anima. «Possibile che si sia davvero interessato a me?». Possibile, anzi reale: perché quel primo contatto, quello scambio di foto e di iniziale conoscenza si fa sempre più intenso. Perché le parole sono sempre più articolate e vanno sempre più a colpire nei punti giusti. E quel chattare diventa relazione. Sembra una favola e invece è un incubo, un terribile raggiro, una truffa basata unicamente sulla voglia di incontrare un’anima gemella.

È la truffa del marine, del soldato americano, che gli esperti della polizia postale conoscono anche come truffa sentimentale. Tutto parte con una foto, quella di un soldato americano: la vittima della truffa pensa che sia una persona reale, quella che si è appena materializzata con un messaggio privato via social network. Una persona non solo in grado di esercitare il fascino della difesa, ma anche “bella” da frequentare. Anche solo virtualmente. Poi la relazione si fa sempre più intensa, diventando in qualche modo un legame affettivo. Il militare comincia a vagheggiare della possibilità di vedersi, di incontrarsi, di guardarsi «face to face».

E la donna dall’altra parte pensa che le sta succedendo qualcosa di meraviglioso, talmente meraviglioso da non battere ciglio di fronte all’improvvisa richiesta di soldi: qualche migliaio d’euro può ben valere la possibilità di avvicinarsi ancora di più all’uomo dei sogni.

A cosa servono quei soldi? Dipende: per venire in Italia, per fare i documenti necessari al viaggio, ma anche per un’improvvisa problematica che il militare deve risolvere prima di incontrare la persona amata. Una, due, tre richieste di soldi: nella diversità delle situazioni il finale purtroppo è sempre lo stesso e cioè che il militare invece che materializzarsi, sparisce. Lasciando la vittima in lacrime. Di dolore per un amore inesistente, e di vergogna per essere stata beffata. Al punto, in diversi casi, di preferire il silenzio rispetto a una denuncia alla polizia postale.

Succede, sta succedendo di nuovo, è già successo anche a Perugia. Specie tra autunno e inverno scorsi, quando la nuova ondata della pandemia ha spinto tantissime persone a cercare un po’ di vita sui social. Migliaia d’euro, conti correnti prosciugati e la tremenda sensazione di non essere state scelte a caso ma di aver avuto agli occhi dei truffatori informatici le caratteristiche “giuste” per la truffa. «Purtroppo sono situazioni che capitano e in cui la vittima subisce una doppia beffa, sentimentale ed economica - conferma Michela Sambuchi, dirigente della polizia postale di Perugia -. Quello che conta è mantenere un minimo di diffidenza, e cioè verificare la veridicità della situazione che si sta vivendo facendo riscontri e chiedendo prove aggiuntive. Ma soprattutto, denunciando quanto accaduto: non ci deve essere vergogna, ma la volontà di fermare questi criminali. Per questo si deve denunciare».

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