Alberghi in piena crisi, pronti a chiusure parziali

Alberghi in piena crisi, pronti a chiusure parziali
di Aurora Provantini
Martedì 4 Ottobre 2022, 12:16
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TEERNI «Settantamila euro per stare aperti nel periodo di bassa stagione sono troppe». Elisabetta Ruozi Berretta (Federalberghi) per una volta parla per sé: «Il nostro hotel dà lavoro a 25 persone, ospita un significativo numero di turisti, di calciatori e di imprenditori, ma non si può permettere di pagare certe cifre solo per la corrente». La Ruozi è stata tra le prime a manifestare di fronte a palazzo del Governo, il 5 settembre scorso, in occasione del sit in organizzato da Confcommercio Umbria: a bruciare le copie delle bollette d'oro . «Che non potranno mai essere smaltine dichiara l'imprenditrice perché non possono essere messe in conto ai clienti». E che la stanno portando a decidere di chiudere una parte della struttura alberghiera di via Bramante. «Non abbiamo alternative, non possiamo essere noi a farci carico di tutti i rincari che ci sono stati, a partire dalle materie prime. E quando leggiamo di aumenti del 60 per cento del costo dell'energia a partire dal prossimo mese ci viene da ridere, perché già stiamo facendo fronte ad un impennata del trecento per cento». «In una città a forte attrazione turistica come Firenze commenta Elisabetta Ruozi - ci si può anche permettere di triplicare i prezzi delle camere, ma a Terni nessuno oserebbe mai. A Terni ci si organizza per restare chiusi». Una dichiarazione forte. Che arriva dopo il tentativo di tenere botta senza poter rateizzare l'importo delle fatture: «Il gestore ti dice che il consumo è stato già anticipato». Con l'arrivo dei primi freddi e della necessità di accendere i riscaldamenti, la situazione si aggrava: «Molti saranno costretti ad abbassare le saracinesche almeno temporaneamente anche in considerazione del fatto che in Umbria i mesi di ottobre e novembre sono quelli di bassa stagione». Preoccupa soprattutto il fatto che non ci si potrà avvalere della cassa integrazione per i dipendenti, anche se si sta studiando il modo di limitare le spese. Difficile ipotizzare lo smart working per l'ospitalità. Fantasioso solo immaginare che una camera possa essere rifatta da remoto. Infatti risulta paradossalmente più semplice contrastare l'incremento dei costi dell'energia da parte delle aziende energivore. Giuseppe Farina, direttore di produzione della Eskigel, spiega: «L'azienda si sta orientando verso un massiccio utilizzo dello smart working per quanto riguarda il lato impiegatizio. Per quello che concerne invece la produzione, visto che nei mesi di novembre e dicembre è ridotta al minimo e operiamo la manutenzione degli impianti, si cercherà di concentrare le ore di lavoro nella fascia centrale del giorno per diminuire l'orario di accensione. Inoltre l'azienda, già da un paio di anni, ha un impianto cosiddetto trigeneratore al suo interno che le consente di auto-produrre energia elettrica e recuperare calore».

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