Mascherine, i sindaci guardano all'ordinanza della Lombardia

Mascherine, i sindaci guardano all'ordinanza della Lombardia
di Luca Benedetti
Lunedì 6 Aprile 2020, 09:05 - Ultimo agg. 09:19
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PERUGIA -L’Umbria guarda alla Lombardia per l’obbligo di indossare mascherine e guanti quando si esce da casa e lo fa per mano dei sindaci. Il sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti come al solito, ha bruciato tutti. Scatenato sui social contro chi non rispetta l’io resto a casa, ha anticipato che oggi firmerà l’ordinanza che stringe ancora più il confine per chi esce con autocertificazione in tasca. Gualdo Tadino ha deciso, Perugia guida la fila di chi è pronto a muoversi. A palazzo dei Priori il sindaco Andrea Romizi ci sta pensando. Anzi, è molto più avanti del pensiero. Non dovrebbe annunciarlo stamattina in consiglio comunale perché prima è necessario un passaggio in giunta, ma il passo è quasi fatto viste anche le idee rese pubbliche del vice sindaco Gianluca Tuteri. L’unica cosa che si differenzia da Gualdo Tadino, per ora, è che l’ordinanza Romizi prevederebbe l’uso delle mascherine e non quello dei guanti. Modello Lombardia con mascherine obbligatorie anche per Foligno. A confermarlo a Il Messaggero è il sindaco Stefano Zuccarini. «Stiamo approfondendo – sottolinea – tutto ciò che è necessario verificare poi daremo seguito a questo obbligo. Si tratta di un ulteriore elemento di salvaguardia personale in chiave di salute pubblica che segue il rispetto sempre più necessario della distanza sociale e il rispetto delle restrizioni imposte dai decreti vigenti. Con l’occasione torno a ribadire l’importanza, che è necessità imprescindibile, del rispetto delle disposizioni da parte di tutti».
CHI NO E LA FASE 2 Si smarca Spoleto. Un’ordinanza che imponga l’obbligo di indossare le mascherine? Il sindaco di Spoleto Umberto De Augustinis, che finora si è sempre attenuto alle restrizioni governative senza aggiungerne alcuna “per ordinanza sindacale” (nonostante i pressing della Lega), sembra convinto: «Non credo che provvedimenti del genere siano necessari a Spoleto. Sono orientato a non predisporre nulla di simile, a meno che non ci sia un input sanitario. Solo la direzione sanitaria può darci un’indicazione del genere, non può essere una scelta politica. La situazione dell’Umbria è del resto diversa da quella Lombardia e quella di Spoleto ancor più contenuta». Sulla linea spoletina sia il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati (che attende le mosse della Regione) che quello di Bastia Umbra, Paola Lungarotti che non ha in previsione alcuna ordinanza; mentre ad Assisi Stefania Proietti ci sta pensando e intanto invita tutti a usare guanti, mascherine o sciarpe quando si esce di casa. Assisi attende anche le mosse della Regione. Da palazzo Donini, a proposito, filtra l’intenzione di muoversi solo una volta aperta la fase 2, sempre nel quadro delle indicazioni del Governo. Intanto c’è l’ordinanza che permette ai supermercati e altri negozi aperti di vendere prodotti di cartolerie, per ufficio e giocattoli . Nel provvedimento, si raccomanda che i negozi che vendono generi alimentari e beni di prima necessità consentano di dare la precedenza a chi è impegnato nell’emergenza: medici, infermieri, Oss (gli operatori socio sanitari), membri della Prociv, soccorritori e volontari muniti di tesserino di riconoscimento.
SOLO PER LA SPESA I sindaci di Città di Castello e San Giustino Luciano Bacchetta e Paolo Fratini, invece, nei giorni scorsi avevano firmato hanno firmato una ordinanza che obbliga si reca negli uffici pubblici, in banca, alla posta, oppure a fare la spesa, in farmacia e anche dai benzinai a indossare guanti e mascherine. Ieri il sindaco di Todi, Antonio Ruggiano, ha chiuso i 17 cimiteri fino a Pasqua.
PRIMO OSPITE A VILLA MUZI La struttura regionale Villa Muzi, messa a disposizione della Curia Vescovile di Città di Castello, ha preso in carico la prima paziente positiva al Covid-19 clinicamente guarita da polmonite bilaterale. La paziente, che era ricoverata all’ospedale cittadino, è stata accolta dagli operatori sociosanitari della Ati-Asad La Rondine e riceverà assistenza per monitoraggi e terapie fino alla completa negativizzazione degli specifici test microbiologici.
I COSTI DELL’EMERGENZA Fino a oggi, ventilatori esclusi, il conto dell’Umbria in quota Dipartimento di Protezione Civile, guarda non da lontano i 2 milioni di euro.

Ieri nelle tradizionale videoconferenza con la Protezione Civile anche l’Umbria ha fatto capire, da quello che trapela, al commissario per l’emergenza Domenico Arcuri che non tocca alla Regioni intervenire con il proprio bilancio. Nel conto spese dell’Umbria ci sono, tra l’altro, mascherine, guanti, calzari, occhiali, camici e tutti i Dpi arrivati direttamente via Dipartimento o acquistati dall’Umbria con il visto degli uomini di Borrelli. 

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