TERNI «Ci sarebbe bisogno di raddoppiare i turni e lavorare anche il sabato e la domenica per coprire in tempi brevi le persone che devono essere vaccinate. E’ probabile che la prossima settimana inizieremo a somministrare i vaccini anche il pomeriggio e per sei giorni, così da fare presto e raggiungere l’obiettivo». Pietro Felici, 71 anni, igienista e specialista in malattie infettive, ex direttore del servizio di igiene e sanità pubblica della asl, in pensione dal 2009, dal primo dicembre è tornato al lavoro per dare il proprio contributo nella gestione dell’emergenza pandemica. In queste settimane sta coordinando i team vaccinali del distretto di Terni, dove dal 15 febbraio arrivano 198 persone al giorno per farsi vaccinare contro il covid. Un team composto da cinque medici: Tre sono pensionati rientrati al lavoro per aiutare i colleghi, le altre due sono giovani dottoresse fresche di laurea.
Poco personale. «Quello che mi ha colpito è che dopo undici anni ho ritrovato le stesse persone che ho lasciato nel 2009 - dice Felici - ed è proprio questo il motivo per cui ci sono state tante difficoltà.
Mai in pensione. «Un medico della sanità pubblica non va mai in pensione - dice Pietro Felici - la salute era dalla mia parte e ho deciso di candidarmi per una buona causa. Dal primo dicembre ho preso servizio nel dipartimento di prevenzione dell’usl, da cui ero uscito come dirigente». All’inizio il dottor Felici si è occupato del tracciamento delle persone che rientravano dall’estero poi è arrivata la proposta di andare in corsia, al reparto covid dell’ospedale di Spoleto: «Il personale faceva turni massacranti ma io non avevo mai lavorato in reparto. Ci sarei andato ma temevo di non essere abbastanza produttivo». Ora Felici, che col direttore di distretto ha messo a punto l’ambulatorio di vaccinazione, coordina i team vaccinali di Terni. «E’ iniziata la seconda settimana e non ci sono state difficoltà - dice - anche se ancora parliamo di una vaccinazione in forma ridotta. Noi saremmo in grado di garantire la vaccinazione in due turni, mattina e pomeriggio, per sei o sette giorni così da garantire un numero più consistente di somministrazioni perché quella contro il virus è una lotta contro il tempo».
In questa prima settimana sono arrivati in via Bramante tutti i 198 convocati ogni giorno per il vaccino. Dopo il controllo della temperatura il team verifica i documenti, la scheda con le domande sullo stato di salute e la firma del consenso con cui viene dato l’ok alla vaccinazione. Il personale infermieristico somministra la dose e il paziente viene tenuto sotto controllo per un quarto d’ora prima di lasciare l’ambulatorio: «Nessuno ha riscontrato problemi - dice il dottor Felici - solo un’anziana che era venuta sola si era molto spaventata ma il personale l’ha tranquillizzata senza grosse difficoltà».