Narni, Giornata della memoria. Matilde:«I tedeschi mi stavano portando via. Salvata da un ufficiale»

Narni, Giornata della memoria. Matilde:«I tedeschi mi stavano portando via. Salvata da un ufficiale»
di Francesca Tomassini
Venerdì 27 Gennaio 2023, 07:20 - Ultimo agg. 07:21
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«Durante la seconda guerra mondiale i soldati tedeschi volevano portarmi via dalla mia casa. Mi hanno salvato le urla di mia madre e un ufficiale». Nel giorno dedicato alla memoria, la signora Matilde Segarelli, centouno anni lo scorso sedici gennaio, apre il cassetto dei ricordi. Quelli più lontani, ma più dolorosi, che bruciano ancora come il fuoco. I suoi portano la data del 1943 quando viveva con la famiglia a San Cristoforo, verso Sambucetole. C'era la guerra, i tedeschi si stavano già ritirando e lungo la strada cercavano di rastrellare tutto il possibile. Perlopiù cibo, se andava bene un pò di denaro, qualche gioiello. «Papà era in guerra, noi eravamo dieci figli - racconta - io che all'epoca avevo vent'anni ero la più grande. Con noi c'era solo mamma. Facevamo vita di campagna, orto, galline, campi. Una mattina - prosegue - era presto perchè dormivamo ancora, tutti noi fratelli e sorelle nella stessa stanza. A un certo punto veniamo svegliati dai rumori. Due soldati tedeschi erano entrati in casa. Erano lì in camera nostra ad aprire i cassetti dell'unico comò».

Nessuno fiata, qualcuno piagnucola, ma non Matilde che - racconta - li apostrofa: «Che volete? Ladri».

La reazione dei soldati è immediata, la prendono uno per un braccio e uno per l'altro e tenendola stretta si avviano verso l'uscita. «In sottoveste, scalza - sussurra Matilde, nella voce ancora la rabbia dell'umiliazione -». Ma la ragazza che aveva avuto il coraggio di apostrofare i soldati non ha intenzione di subire un destino ingiusto senza lottare. «Lasciatemi - grida - voglio stare a casa mia». A darle manforte la mamma Angelina che piangendo corre dietro ai due uomini tenendo in braccio Mirellina, la figlia più piccola. «Mamma - racconta Matilde - gridava "è mia figlia, lasciatela qui, è mia figlia"». C'è trambusto in casa, e le grida attirano l'attenzione di un ufficiale si prende la briga di andare a vedere che sta succedendo. Davanti alla scena, ordina ai militari di lasciare la ragazza. E Matilde, inaspettatamente libera, scappa via come il fulmine. «Ho iniziato a correre verso la macchia - racconta - scalza e bell'è nuda com'ero. Senza girarmi mai indietro. Sono rimasta nascosta nel bosco fino a sera. Fino a quando non ho sentito la voce di mamma che mi cercava per dirimi di tornare a casa». Dopo la guerra Matilde si è sposata con Orlando ed è andata a vivere a Narni. Di San Cristoforo oggi conserva alcune foto appese in salotto che la ritraggono insieme ai genitori e ai fratelli, prima della guerra. «Con il passare degli anni - raccontano il figlio Mauro e la moglie Graziella che vivono con lei - sempre più spesso racconta avvenimenti più lontani nel tempo, dimenticando magari quelli più recenti. Ma questo dei soldati l'ha raccontato sempre, oggi più che mai».

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