Orvieto, Don Danilo Innocenzi : «Sono negativo ma non tentiamo la Provvidenza». Ridotte le attività della parrocchia

Orvieto, Don Danilo Innocenzi : «Sono negativo ma non tentiamo la Provvidenza». Ridotte le attività della parrocchia
di Monica Riccio
Mercoledì 11 Novembre 2020, 17:38
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Laddove non dovesse bastare la preghiera, si spera qualcosa potranno, contro il Covid, i dispositivi di protezione personale, il distanziamento sociale e il rispetto di tutte le norme dettate dai recenti Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri. E' questa, a grandi linee, l'ultima contromisura messa a punto da Don Danilo Innocenzi, trentaquattrenne parroco delle parrocchie di Sferracavallo, Ponte del Sole, Sugano, Canonica tra le altre comunità religiose che quotidianamente amministra nella Diocesi di Orvieto-Todi.

Nei giorni scorsi Don Danilo ha riferito di essersi messo “in clausura” dopo essere stato in contatto con uno stretto collaboratore che a sua volta era stato in contatto con un potenziale positivo. “Sia la legge civile che le prescrizioni mediche non mi impedivano di uscire – spiega il giovane sacerdote - ma nel dubbio, incontrando sempre tanta gente, ho preferito preservare me stesso e tutti in attesa del test sierologico che ho eseguito ieri e che ha dato esito negativo. La cosa più importante – aggiunge - non è tanto la mia negatività quanto il fatto che il test ha dimostrato che fino adesso ho tenuto un comportamento rigoroso.” Insomma, “ringraziando Dio – afferma - anche questa volta è andato tutto bene, però cerchiamo di non tentare la Provvidenza e di prendere tutte le precauzioni possibili.

Ecco perché, per il momento, fin quando la curva dei contagi non sarà diminuita, la Parrocchia incontrerà bambini e ragazzi soltanto nell'ambito delle Celebrazioni eucaristiche.”

Don Danilo, pur essendo uno dei parroci più giovani e più attivi – e anche tra i più amati – della Diocesi, mette un freno quindi da oggi, mercoledì 11 novembre, a tutte, o quasi, le attività parrocchiane, quanto meno a quelle domiciliari. “Le comunioni o le unzioni ai malati – ha disposto il sacerdote - verranno eventualmente amministrate da parenti di sana condotta delegati dal parroco. Omesse saranno le benedizioni nelle famiglie e, in caso di qualche decesso in casa, la salma verrà benedetta dal sacerdote quando c'è la garanzia che in casa, appunto, non c'è presenza di altre persone.”

Disciplina e rigore anche in chiesa: “I rosari per i defunti potranno essere recitati in un orario congruo rispettando il coprifuoco.” Per le celebrazioni eucaristiche intanto restano valide tutte le norme in vigore concordate, anche nell'emissione dell'ultimo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la Conferenza Episcopale Italiana, e facenti riferimento al protocollo unico del 7 maggio che, almeno fin qui, non ha subito variazioni sostanziali.

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