Scandalo Csm, Palamara dal giudice a Perugia per l'accusa di corruzione. «Violata la Costituzione»

Luca Palamara all'arrivo al tribunale penale di Perugia
Luca Palamara all'arrivo al tribunale penale di Perugia
di Egle Priolo
Giovedì 16 Luglio 2020, 10:40 - Ultimo agg. 15:42
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PERUGIA - Camicia bianca e completo blu, Luca Palamara, l'ex pm romano e consigliere del Csm indagato per corruzione, è arrivato a piedi al tribunale penale di via XIV Settembre accompagnato dai suoi avvocati.

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Oggi in programma l'udienza stralcio davanti al gip Lidia Brutti che deve decidere quali intercettazioni - un centinaio di telefoniche e una ventina realizzate con il captatore informatico trojan dalla guardia di finanza di cui la procura di Perugia ha chiesto la trascrizione - ammettere al processo. Non ha rilasciato nessuna dichiarazione prima di entrare in tribunale, ma ha affidato tutti ai suoi legali: «Riteniamo violata la Costituzione e questo andiamo a rappresentare», hanno detto. Il riferimento è a quelle conversazioni «registrate tra Palamara e gli onorevoli Ferri e Lotti nella serata dell'8 maggio all'hotel Champagne» che secondo gli avvocati Roberto Rampioni, Mariano e Benedetto Buratti, difensori dell'ex presidente dell'Anm, «non possono essere considerate causali perché Ferri era da mesi nel perimetro delle indagini che avevano ad oggetto anche gli accordi tra Unicost e Magistratura Indipendente per la nomina del Procuratore di Roma». Necessaria, quindi, secondo la difesa «una preventiva autorizzazione della Camera dei Deputati come previsto dall'articolo 68 della Costituzione».
 


La difesa di Palamara ha infatti già presentato al giudice per le indagini preliminari e alla procura una memoria per chiedere un rinvio dell'udienza. «Riteniamo che non ci sia stato messo a disposizione tutto il materiale intercettato, specie quello con il trojan», ha spiegato l'avvocato Benedetto Buratti.
In aula, per la procura, il nuovo capo di Perugia Raffaele Cantone e i sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano.

E dopo un paio d'ore di camera di consiglio, come spiegato all'uscita del tribunale dai legali di Palamara, il giudice Brutti ha deciso di dare più tempo alla difesa. Il gip «conserverà tutte le intercettazioni - ha spiegato l'avvocato dell'ex pm -. Abbiamo disquisito di un termine a difesa, ci è stato concesso un rinvio al 30 luglio per parlare dell'utilizzabilità delle intercettazioni. Siamo soddisfatti dell'esito dell'udienza, il giudice ci è sembrato molto accondiscendente rispetto alle nostre richieste difensive, quindi ci rivediamo il 30 per affrontare altri temi.
Oggi non si è entrato nel merito della questione, ma se noi riterremo di proporre altre eccezioni oltre quelle note sulle intercettazioni parlamentari che riteniamo del tutto illegittime ne parleremo il 30. Con Cantone? Un confronto correttissimo con il procuratore. E il nostro assistito ha ascoltato: non è questa l'udienza in cui il protagonista è l'indagato». 

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