PERUGIA - «Mi ricordo di te. Scrivo al vostro istituto per dare voce a mio figlio che non esiste più». Valentina è la mamma di Alessandro Ricci, il sedicenne morto il 15 giugno in un incidente con il suo scooter mentre tornava a casa. Era felice Alessandro quel giorno: la scuola finita, un'estate che prometteva amici e qualche amore. Ma un destino schifoso ha voluto che il suo sorriso si spegnesse a San Marco, forse per colpa di un animale che gli ha tagliato la strada.
E Valentina Baioletti, insegnante, in occasione dell'inizio dell'anno scolastico che non ha visto il suo Ale tornare sui banchi, ha scritto una lettera indirizzata alla scuola del figlio ma rivolta a tutti. Per chiedere maggiore attenzione per i ragazzi. Per tutti. Non solo quelli bravi, soprattutto dopo una pandemia che ha disintegrato ogni certezza mentre i giovani se la stavano costruendo.
«So che, anche tra mille difficoltà, Alessandro sarebbe riuscito a realizzare la sua grande passione: diventare un grafico. Era un ragazzo intelligente e buono, anche troppo a volte. Ma la scuola non è stata sua alleata nella sua piccola vita. Aveva voglia di diventare grande, di guidare ed essere autonomo, di condividere le prime esperienze di vita con i suoi veri amici. Avrebbe dato tutto quello che aveva se un amico glielo avesse chiesto. Senza pensarci nemmeno un attimo. Sono un'insegnante e ho provato, almeno un milione di volte, a spiegargli il valore educativo e formativo della scuola. Ma lui, con la sua parlantina e un'insolita grinta, sosteneva che non era così. Alessandro era un ragazzo ipoacusico, indossava le protesi dall'età di 9 anni». «Purtroppo – continua Valentina – la scuola di cui lui ha avuto esperienza in questi due anni, non era la scuola di cui io gli parlavo.