Precariato anche tra i docenti di religione
Quasi 300 in fila per l'incarico annuale

Docenti Irc in aggiornamento alla "Settimana della scuola", organizzata dalla Diocesi di Perugia
Docenti Irc in aggiornamento alla "Settimana della scuola", organizzata dalla Diocesi di Perugia
di Remo Gasperini
Venerdì 31 Agosto 2018, 16:42 - Ultimo agg. 16:43
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PERUGIA - Sei precario della scuola? Abbi fede. Se poi insegni religione la fede serve al quadrato. C’è infatti uno spaccato del precariato scolastico nel quale anche in Umbria da anni vivono, in una sorta di limbo tanto per restare in tema, decine anzi centinaia di insegnanti di religione in attesa perenne di un concorso e ancora di più del ricorso alle graduatorie a scorrimento mai aperte dal 2004, anno del primo e ultimo concorso che si è lasciato per strada i tanti abilitati non immessi in ruolo. Va detto che ormai da anni sono rarissimi i docenti sacerdoti e che dallo scorso anno chi insegna religione deve avere una laurea magistrale, e ciò vale anche per ottenere una semplice supplenza.

Nei giorni scorsi la dirigente dell’Usr Antonella Iunti ha firmato il decreto sulla dotazione organica degli IRC, appunto insegnanti religione cattolica, che fissa in 270 il numero dei posti di ruolo dei docenti che vengono successivamente ripartiti tra le otto diocesi regionali in base alle ore di religione calcolate per l’as 2018-19. Ottantacinque di questi posti spettano a Perugia, 46 a Terni e ancora Assisi 28, Orvieto 27, Spoleto 26, Foligno 23, Città di Castello 18 e Gubbio 17.
Il numero complessivo di 270 posti in organico, come previsto dagli accordi Stato-Chiesa, rappresenta il 70% di quelli totali perché il restante 30% è assegnabile con contratti annuali. Ma queste sono ripartizioni che non trovano riscontro nella realtà perché dal 2004 a oggi nel ruolo non c’è stato turnover e ogni anno di più i docenti in ruolo sono diminuiti tanto che oggi invece del 70% in Umbria sono ben sotto il 40% i prof di religione di ruolo. E la percentuale si abbassa se il conto si fa su tutti i posti disponibili (385 in Umbria), cioè comprendendo anche il 30% escluso dal ruolo per legge.
Tanto pe fare un esempio, la Diocesi di Perugia–Città della Pieve ha 129 docenti di cui solo 37 di ruolo (29%) e 92 incaricati che sono il 71%.
Gli inseganti di religione, tutti pagati dallo Stato come gli altri docenti, rappresentano però una categoria a sé stante perché, oltre ai requisiti comuni, per insegnare debbono avere il decreto d’idoneità del vescovo della propria diocesi. E in ogni diocesi esiste un elenco graduato, chiamiamola graduatoria interna, che tiene conto del titolo, degli anni di servizio e anche della moralità del docente. In pratica ogni anno l’Usr comunica, come ha fatto ieri, alle varie diocesi il numero di posti disponibili e le diocesi provvedono a indicare i nominativi scuola per scuola.
Gli inseganti con incarichi annuali debbono così presentarsi ogni anno alle scuole indicate per firmare il contratto. E in queste ore saranno poco meno di 300 i precari in fila nelle varie scuole per la firma che vale un anno di stipendio.
 
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