Morte di Flavio e Gianluca
chiesto il rinvio a giudizio
del pusher Aldo Maria Romboli

Morte di Flavio e Gianluca chiesto il rinvio a giudizio del pusher Aldo Maria Romboli
di Nicoletta Gigli
Martedì 2 Febbraio 2021, 12:08 - Ultimo agg. 12:11
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TERNI Il processo per Aldo Maria Romboli viene chiesto a distanza di sei mesi dal decesso di Flavio Presuttari, 16 anni, e Gianluca Alonzi, 15enne. Scivolati dal sonno alla morte dopo aver assunto il metadone che l’indagato aveva in casa come utente del Serd e che confesserà di aver venduto ai due giovanissimi amici in cambio di 15 euro. A tempo da record il procuratore, Alberto Liguori e il pm, Raffaele Pesiri, hanno chiesto il rinvio a giudizio di Aldo Maria, 40 anni, una vita nel tunnel della tossicodipendenza. Reo confesso, finito in carcere il 7 luglio scorso con l’accusa di aver ceduto il metadone che ha ucciso Flavio e Gianluca e da qualche mese ai domiciliari in una comunità terapeutica, è accusato dalla procura di “morte come conseguenza di altro delitto”. “I consulenti hanno giustamente preso tempo per il deposito delle consulenze autoptiche e tossicologiche altrimenti il processo sarebbe già iniziato” dice Liguori. Nella richiesta del processo per Romboli non c’è traccia dell’indagine con cui la procura sta approfondendo, dal giorno della tragedia, il percorso terapeutico che ha consentito ad Aldo Maria di avere la disponibilità del metadone per curarsi. Sostanza che, detenuta legalmente in quanto utente del Serd, ha confessato di aver ceduto due volte a Flavio e Gianluca. Un filone d’indagine ancora aperto, che fa parte di un altro fascicolo su cui la procura sta ancora lavorando senza sosta. Per verificare se c’è stato il rispetto delle regole che prevedono l’autogestione del tossicodipendente in cura e accertare se siano stati fatti passaggi mirati ad accertare l’affidabilità di chi ha avuto la possibilità di portarsi a casa il metadone per curarsi. La velocità con cui la tragedia costata la vita a Flavio e Gianluca finisce in un’aula di giustizia fa il paio con la celerità con cui si è chiusa la fase di primo grado di processi complessi per numero di imputati, misure cautelari adottate, intercettazioni telefoniche disposte e “peso” dei reati contestati. A distanza di un anno e mezzo dall’inizio delle indagini è arrivata la sentenza per i 16 imputati della maxi operazione antidroga “Montana”, con 16 imputati. Giudicati in tempi brevissimi anche i 40 pusher africani arrestati dalla polizia nell’ operazione “Gotham”: La sentenza per quelli che hanno scelto l’abbreviato è arrivata sette mesi dopo il blitz dell’antidroga tra corso Vecchio, piazza Solferino e La Passeggiata, per interrompere lo spaccio al minuto che andava avanti giorno e notte. E in meno di un anno sono arrivate pure le condanne per tutti gli altri imputati che avevano optato per il rito ordinario. A poco più di un anno dalla sparatoria di via Curio Dentato la condanna a sei anni di carcere di Josè Miguel Rivas Suriel, 34 anni, dominicano. Che sparò all’impazzata cinque colpi con la pistola.

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