Suarez e l'esame con l'aiutino, la procura: «Ecco chi ha ottenuto vantaggi patrimoniali»

Suarez e l'esame con l'aiutino, la procura: «Ecco chi ha ottenuto vantaggi patrimoniali»
di Egle Priolo
Giovedì 22 Aprile 2021, 07:26
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PERUGIA - Vantaggi patrimoniali a Luis Suarez e all'Università per stranieri. Questo il fine dei comportamenti contestati - nell'ambito dell'inchiesta sull'esame «farsa» al bomber - all'ex rettrice Giuliana Grego Bolli, all'ex direttore generale Simone Olivieri e alla professoressa Stefania Spina, a cui ieri è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini.

Cinque pagine in cui il procuratore capo Raffaele Cantone e i due sostituti Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti accusano i tre di rivelazione di segreti d'ufficio, falso materiale e falso ideologico. Quest'ultimo contestato anche a Maria Turco, avvocato della Juventus che la procura definisce «concorrente morale e istigatrice» per quelle telefonate ascoltate dalla guardia di finanza in cui la professionista (difesa dall'avvocato Franco Coppi) si è interessata per far svolgere nel più breve tempo possibile l'esame necessario a Suarez per ottenere la cittadinanza e quindi il via libera per arrivare alla maglia bianconera. Telefonate in cui si passò dal «però partiamo dal presupposto che dobbiamo fargli una roba da principianti», fino all'invito a svolgere l'esame come fosse «un Mohammed» qualsiasi, «senza favoritismi», quando la trattativa per il cartellino dell'uruguaiano si era ormai raffreddata. Al momento restano fuori dall'inchiesta il dirigente dell'area sportiva della Juve, Fabio Paratici, e l'altro avvocato del club Luigi Chiappero, indagati per avere reso false informazioni ai pm: la loro posizione al momento è sospesa, fino alla definizione del procedimento principale.
E mentre comunque si resta in attesa delle prossime mosse della procura sul fascicolo madre, tra altri esami e concorsi con l'aiutino fino agli appalti, di certo al momento appare caduta l'accusa più pesante, quella di corruzione. Ipotizzata – più che contestata concretamente – a settembre, quando la notizia della sospensione degli indagati dall'Università (c'era anche l'esaminatore Lorenzo Rocca, che ha patteggiato a un anno, pena sospesa) fece deflagrare a livello mondiale la figuraccia dell'ateneo.

Un paradosso, considerando che Grego Bolli, Olivieri e Spina avrebbero commesso i reati contestati (tra l'istituzione ad personam della sessione d'esame, fino al passaggio delle prove via mail) per procurare all'Università per stranieri «il profitto derivante sia dal corrispettivo per l'iscrizione all'esame e per il corso on line di preparazione» per 1.748 euro, «nonché i vantaggi patrimoniali derivanti dalla prospettata attivazione di un rapporto convenzionale con la Juventus per future stabili collaborazioni nel settore della formazione linguistica di calciatori stranieri, anche del settore giovanile, e dalla diffusione a livello internazionale dell'immagine dell'Ateneo, sui principali media nazionali ed esteri».

E tutto questo perché? Non ci sarebbero stati scambi di soldi o favori (nemmeno un biglietto per lo stadio), da quanto sembra risultare dalle indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria (coordinato dal tenente colonnello Antonella Casazza) del Comando provinciale della guardia di finanza, diretto dal colonnello Danilo Massimo Cardone. Nessun passaggio di danaro, ma – che sia più grave o meno lo stabilità l'inchiesta - più che altro autosuggestione, in un crescendo di galvanizzazione collettiva per la presenza del bomber in odore di Juve tra gli studenti, che ha quanto meno offuscato il giudizio degli indagati. Che adesso avranno modo di scoprire le carte della procura per difendersi. «Ribadiamo l'estraneità di Olivieri ai fatti contestati – ha commentato l'avvocato Francesco Falcinelli - , rispetto ai quali non ha posto in essere alcun comportamento di rilievo penale». E anche Grego Bolli e Spina, difese dall'avvocato David Brunelli, sono pronte a contestare le accuse, in vista della probabile richiesta di rinvio a giudizio e quindi di processo. Sembra certa, infine, l'uscita dall'inchiesta per la dipendente Cinzia Camagna, che stampò la pergamena, non raggiunta dal 415: «Evidentemente è stata convincente davanti ai pm – ha sottolineato il suo avvocato, Giuseppe Innamorati -. Confido che la sua posizione sia in via di archiviazione».

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