Terni, adottata quando aveva sei mesi: Elisa Medei ritrova la madre dopo sessant'anni

Protagonista è la signora Elisa Medei, ternana, che in questi giorni ha ricevuto il via libera per poter finalmente incontrare la sua famiglia biologica

Terni, adottata quando aveva sei mesi: Elisa Medei ritrova la madre dopo sessant'anni
di Francesca Tomassini
Venerdì 18 Novembre 2022, 09:35 - Ultimo agg. 13:53
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TERNI Abbandonata in fasce, ritrova la mamma dopo sessant'anni. Protagonista di una storia da film è la signora Elisa Medei, ternana, che in questi giorni ha ricevuto il via libera per poter finalmente incontrare la sua famiglia biologica. La mamma e tre fratelli più giovani di lei, di cui fino a qualche giorno fa ignorava persino l'esistenza. L'appuntamento per conoscere la donna che l'ha messa al mondo è stato fissato per il prossimo 25 novembre. «Scoppio di felicità- esclama Elisa - sono stata adottata da piccolissima ma ho sempre avuto il desiderio di conoscere chi fosse mia madre. Quando vent'anni fa è morta Ester, la mia mamma adottiva, avevo anche avanzato richiesta al giudice che però mi ha negato l'accesso ai documenti perchè la normativa non lo consente».

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Elisa accusa il colpo ma continua la sua vita. Abita a Terni e, ironia della sorte, per tanti anni lavora come infermiera nel reparto materno infantile dell'ospedale Santa Maria. «Qualche anno fa però - continua - ho conosciuto una signora di Firenze mia coetanea, anche lei abbandonata all'orfanotrofio di Narni, che mi ha spronato a riprendere in mano le carte. Mi sono anche iscritta al gruppo la Punizione dei Cent'anni (così viene chiamata la legge 184 del 1983 che impedisce a figli non riconosciuti di conoscere le circostanze della propria nascita, e soprattutto il nome di chi l'ha messi al mondo se non dopo il compimento dei cent'anni di età ndr) dove ho ricevuto supporto. Poi però è arrivato il Covid e tutto si è arenato». La speranza ridotta a un lumicino che però Elisa ha fatto di tutto per tenere acceso. Assistita dall'avvocato Valentino Viali manda avanti la sua richiesta. Uno sforzo ripagato. «Una settimana fa - continua - mi è arrivata una pec (il 7 novembre 2022 ndr) in cui mi si diceva di presentarmi in tribunale a Perugia il 15 novembre. Ho parlato a lungo con il giudice, della mia storia e della motivazione che mi spinge a voler rintracciare la mia famiglia biologica. Ad un certo punto lui si è fatto serio e mi ha comunicato che mia madre (vedova, residente con i figli in un’altra regione ndr) è ancora in vita, compirà ottant'anni fra qualche giorno e che vuole conoscermi. Una notizia che mi ha completamente rivoluzionato. Era quello che desideravo, ma che non osavo sperare. Io ho sessant'anni compiuti e le possibilità di ritrovarla in vita mi sembravano poche. Al più pensavo che ci sarebbe stato qualche fratello o sorella. Sapere che invece c'è e che vuole vedermi è stata un'emozione fortissima. Appena il giudice ha pronunciato la frase sono scoppiata a piangere. Ecco adesso so - scherza- di avere il cuore in salute, forte». Per ora, in attesa del grande giorno, gli scambi si sono limitati ad una videochiamata con le avvocate che assistono la famiglia ritrovata di Elisa. «E' stato comunque emozionante - racconta ancora lei - perchè mi hanno riferito che sono tutti felici di potermi conoscere, che assomiglio a mia madre e anche al più grande dei miei fratelli». La storia di Elisa inizia nel 1962 quando la mamma la da alla luce in anonimato e lei viene affidata, ancora in fasce, al brefotrofio del Beata Lucia a Narni. All'età di sei mesi, viene adottata da una coppia ternana, Ester e Terenzio. Una famiglia come tante, una vita tranquilla, anche se in fondo al cuore il desiderio di conoscere chi l'aveva messa al mondo Elisa l'ha sempre coltivato.

«Dai conti che ho fatto e dalle pochissime informazioni che ho ricevuto finora - spiega - mamma all'epoca era minorenne (allora la maggiore età si raggiungeva a ventun anni ndr), erano anni in cui avere un figlio senza un marito non era certo una passeggiata.

Ovviamente non posso sapere cosa sia successo davvero ma sono certa che quando la vedrò lei mi racconterà. In ogni caso quello che spero - chiude - è di poter instaurare un buon rapporto con tutti loro. Abbiamo tutti una certa età, ognuno ha la sua vita ma sapere che abbiano accettato di conoscermi così di buon grado mi fa ben sperare».

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