Terni, crescono i contagi: verso la zona rossa. Medici di base senza vaccini

Terni, crescono i contagi: verso la zona rossa. Medici di base senza vaccini
di Aurora Provantini
Venerdì 12 Marzo 2021, 08:41 - Ultimo agg. 19:38
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Manca davvero poco al passaggio in zona rossa per la capitale dell’acciaio. Il Comitato tecnico scientifico regionale si pronuncerà oggi, anche se il numero di ammalati per centomila abitanti, a Terni, ha già raggiunto quota 248 e se dovesse arrivare al limite di 250 si attiveranno automaticamente le ulteriori restrizioni. Risultano essere 498 attualmente i positivi in città e la curva dei contagi non accenna a scemare.

Tra le varianti presenti è quella inglese, prevalente, a preoccupare di più, sia per la sua caratteristica di trasmissibilità e che di severità. “Si è ammalata nostra figlia Irene di 12 anni e ci siamo ammalati tutti noi a ruota, in famiglia” – dichiara Sonia F., con un impiego part time in un’azienda artigiana. Da qualche giorno al drive trough di via Bramante si formano code di cittadini in attesa di essere sottoposti a tampone. Sono per lo più studenti. A fine giornata i dati rappresentano un territorio fortemente colpito dal Covid ed in controtendenza con il resto dell’Umbria. Intanto i commercianti restano in attesa di sapere se potranno restare aperti domani pomeriggio. “La presidente Tesei, pur a conoscenza dell’andamento dei contagi nella Conca, aveva annunciato la volontà di modificare l’ordinanza del 5 marzo che andava a penalizzare una categoria già messa in ginocchio dalla pandemia, che tra l’altro non è la responsabile della trasmissione del virus” – ricorda Cristina Ciocchi. Insieme ad altri esercenti aveva inviato una lettera alla governatrice dell’Umbria domenica sera. “Martedì ci assicurava che avrebbe messo mano ad un provvedimento urgente - specifica Cristina - per consentire ai negozi di abbigliamento e calzature di lavorare almeno il sabato pomeriggio nel pieno rispetto delle normative anti Covid, ma oggi è venerdì e ancora non ci è stato comunicato un bel niente”.

La campagna vaccinale prosegue a pieno ritmo e con orari sostenuti anche nel fine settimana. I medici di base che sabato scorso hanno somministrato la prima dose del siero Moderna a domicilio ai propri assistiti, non sanno se potranno continuare la campagna domani. “Abbiamo già smaltito tutte le scorte che ci sono state assegnate - spiega Alessandro Camilli, medico di famiglia - perché erano poche, il trenta per cento rispetto al fabbisogno, e perché abbiamo deciso di iniettarle nell’unico giorno libero (sabato, ndr), senza chiudere l’ambulatorio né cancellare le visite”. “Alla consegna delle prime fiale ci era stato detto che dopo il 10 marzo sarebbero arrivate altre dosi.

Arriveranno sicuramente - commenta - ma dovendo fare un minimo di programmazione, dal momento che la firma dei moduli per il consenso porta via tanto tempo, comunque domani non vaccineremo nessuno. Quando verremo informati su tempi di consegna e quantità di fiale di Moderna disponibili, dovremo prima mettere da parte le dosi necessarie per la seconda somministrazione, poi calcolare se si potranno arruolare nuovi pazienti”.

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