Terni, Lasciò il figlio neonato in una busta della spesa: processo da rifare per la mamma

Terni, Lasciò il figlio neonato in una busta della spesa: processo da rifare per la mamma
di Nicoletta Gigli
Giovedì 5 Maggio 2022, 15:59
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TERNI - Per Giorgia Guglielmi ci sarà un nuovo processo di fronte alla corte d’assise d’appello di Firenze.

Accogliendo il ricorso dei suoi legali, la Cassazione ha annullato la sentenza della corte d’appello di Perugia con cui la 32enne ternana, ai domiciliari in una struttura protetta di Morlupo, era stata condannata a 14 anni per omicidio volontario per aver abbandonato, nel 2018, il figlio neonato lasciandolo morire dentro un sacchetto della spesa nel parcheggio di un supermercato di Borgo Rivo.

Cancellando la sentenza di secondo grado e rimettendo il nuovo giudizio a Firenze, la Cassazione ha accolto in toto il ricorso degli avvocati Attilio Biancifiori e Alessio Pressi, legali della donna, ritenendo che il fatto vada riqualificato come infanticidio in luogo dell’omicidio volontario su cui si basa la doppia condanna.

“Un risultato significativo - dice Biancifiori - in quanto c’era una doppia conforme sfavorevole all’imputata.

Al di là degli aspetti processuali, l’annullamento della sentenza rimette in discussione non solo la diversa qualificazione giuridica del reato ma ci consentirà di rivalutare tulle le problematiche umane di disagio e abbandono di questa ragazza che indubbiamente la sentenza annullata disattendeva completamente”.

La decisione della Cassazione potrebbe avere risvolti anche sulla vicenda della figlia che Giorgia ha concepito durante la detenzione. La bimba, nata il 15 settembre 2020 è stata per oltre un anno e mezzo con la mamma nella struttura di Morlupo, monitorata dai servizi sociali, ma dopo la condanna in appello per omicidio volontario il tribunale dei minori di Roma l’ha affidata ad una casa famiglia.

“La bimba - dice Biancifiori - era accudita con affetto e premura dalla mamma ma in ragione della condanna a 14 anni e ritenendo che una detenzione cosi lunga fosse ostativa alla possibilità di accudirla a dovere, il tutore nominato dal tribunale ha deciso di affidarla alla casa famiglia. Ora questa sentenza di annullamento forse ci consentirà di dare anche a questa vicenda collaterale una luce diversa, per recuperare questa filiazione nata sicuramente in un contesto di anormalità. Togliere a questa mamma la sua bambina dopo un anno e mezzo  - aggiunge il legale -  è una pena ulteriore che riteniamo troppo pesante”.

La linea difensiva dei due legali resta quella percorsa in primo e secondo grado e che ha portato la Cassazione a cancellare la sentenza d’appello rimettendo le carte a Firenze: “Giorgia non aveva intenzione di uccidere suo figlio. Quando, dopo il parto, abbandonò quel fagottino dentro a una busta nel parcheggio di fronte ad un discount di Borgo Rivo, sperava che qualcuno sentisse il pianto del neonato e si prendesse cura di lui”.

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