Neonato lasciato morire
arrestata la madre
è accusata di omicidio aggravato

La donna arrestata
La donna arrestata
Martedì 7 Agosto 2018, 14:21 - Ultimo agg. 8 Agosto, 15:39
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Con gli inquirenti aveva già ammesso la sua responsabilità, di essere cioè stata lei ad abbandonare
ancora vivo in una busta di plastica il figlio partorito poche  ore prima in casa e poi trovato morto nei pressi del parcheggio di un supermercato di Terni: ora per la giovane, 27 anni, incensurata e madre di un'altra bimba è scattato l'arresto. Omicidio volontario aggravato dall'avere commesso il fatto ai danni di un discendente è il reato del quale è accusata. Intorno all'ora di pranzo la giovane è stata prelevata dalla polizia a casa della sorella. La squadra mobile le ha notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di
Terni su richiesta della  Procura. Ha potuto scambiare poche parole al telefono con il suo difensore, l'avvocato Alessio Pressi, che l'ha sentita «provata». Poi gli agenti l'hanno condotta alla sezione femminile del carcere di Perugia. Il legale ha comunque annunciato di essersi già attivato per chiedere che possa essere spostata in una struttura protetta. Il primo agosto scorso il neonato era stato trovato morto nella busta di plastica abbandonata dietro a un'aiuola che costeggia il parcheggio di un supermercato di Borgo Rivo, nell'immediata periferia di Terni. A notarlo e dare l'allarme una cliente che aveva visto un piccolo piede spuntare dal
sacchetto. Le indagini della polizia hanno portato rapidamente a individuare la giovane. Indagata inizialmente per infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale ha quindi ammesso di avere lasciato nel parcheggio il figlio partorito da poco. Quando era ancora vivo è emerso dagli accertamenti
medico-legali. La ventisettenne, incensurata e senza lavoro, avrebbe tenuto
all'oscuro della gravidanza il suo compagno. Da sola - in base alla sua versione - avrebbe partorito nel bagno di casa, tagliando lei stessa il cordone ombelicale. La decisione di abbandonare il neonato sarebbe stata legata a
questioni economiche - ha sostenuto - in quanto essendo già mamma non sarebbe stata in grado di di mantenere un secondo figlio insieme al compagno. Lo ha così lasciato nella busta, a ridosso del parcheggio del supermercato dove si era recata per fare spesa. Un luogo scelto forse perché qualcuno lo trovasse in
tempo per salvarlo. Quando il corpicino è stato notato era invece già tardi. Era infatti morto, forse p er asfissia, anche se le cause precise devono essere ancora accertate. Un omicidio volontario aggravato del quale è ora accusata la giovane mamma.
UNA RAGAZZA NORMALE, NON ERA UNA SBANDATA
Giorgia ha 27 anni. Non è una sbandata e non è una tossicodipendente. È una ragazza normale con un compagno ed una figlia di appena due anni. Giorgia ha alle spalle una famiglia normale che gli vuole bene anche se non ha approvato alcune sue scelte, una sorella e dei nipotini che l’adorano e soprattutto una figlia di due anni che lei adora e che ha seguito da sempre con grande amore. Ha frequentato il Casagrande e ha lavorato come estetista. Attualmente è disoccupata come lo sono centinaia di ragazzi della sua età a Terni. Anche il compagno, finito nel mirino come probabile suo complice, ha dimostrato durante le indagini di essere estraneo al comportamento della sua ragazza con la quale da tre anni era legato ed ha condiviso la gioia di una figlia. Albanese, ma da sempre in Italia, parla più napoletano che italiano. Se la cava lavorando in cantiere saltuariamente, ma anche lui è praticamente, incensurato. Da qualche tempo hanno preso in affitto una piccolae dignitosa abitazione al quartiere di Sant’Agnese. La mattina che Giorgia ha partorito era al lavoro come confermato dalle indagini degli inquirenti. L’ha raggiunto sotto casa per andare a fare la spesa e insieme si sono recati al supermercato Eurospin come faceva di solito. E’ stata lei, dopo aver finito di fare acquisti, a farlo tornare indietro con la scusa di cambiare un prodotto ed il caso ha voluto che incontrasse anche un amico per fare due chiacchiere. Così, Giorgia ha approfittato del fatto di stare sola per aprire il cofano della vecchia Citroen verde per posare la busta della spesa rigida con all’interno il figlio appena nato. E’ tornata a casa con la figlioletta di due anni e ha provato a fare finta di nulla. Poi, il fermo della polizia dopo meno di 24 ore. Poi gli interrogatori fiume per cercare eventuali complicità. Sono stati sentiti tutti coloro che conoscono bene Giorgia. Oltre al compagno, l’amica del cuore, la sorella e i genitori. Tutti concordi nel dire che la ragazza ha finto e bene per mesi e che nessuno si è accorto di nulla. E sono stati tutti considerati dalla procura sinceri. Ora, sarà una perizia psichiatrica a capire cosa è successo veramente nella testa di Giorgia
LA DIFESA, SUBITO LA PERIZIA PSICHIATRICA
Alessio Pressi, avvocato di Giorgia, attende le motivazioni dell’ordinanza cautelare per passare al contrattacco. Questa mattina andrà al carcere dì Capanne a Perugia per andarla a trovare e e per verificare le condizioni psicofisiche. La ragazza. che ricordiamo è incensurata e non ha mai avuto a che fare con la giustizia, si trova in isolamento per proteggerla dalle altre detenute che potrebbero aggredirla visto il tipo di reato per il quale è stata arrestata. Ma è controllata periodicamente per evitare che compia gesti estremi. Pressi vuole che la ragazza sia oggetto di perizia psichiatrica per poi chiedere che venga affidata ad una struttura protetta. E’ più che perplesso sulle accuse contestate dalla Procura: «L’omicidio volontario mi pare esagerato visto che la mia assistita ha detto di non volerla uccidere ma l’ha lasciata nel parcheggio affollato del supermercato sperando che qualcuno la salvasse, inoltre la stessa autopsia ha evidenziato come il bimbo non sia stato oggetto di violenza dopo il parto ma che è morto probabilmente per asfissia. Non c’è stata un’azione diretta ma l’abbandono e la Cassazione parla chiara individuando in questo tipo di comportamento l’infanticidio».L’avvocato è riuscito a parlare con la ragazza per pochi minuti prima che gli agenti le vietassero l’uso del telefono. «Non ha pianto – ha detto Alessio Pressi - ma era molto provata come lo è da quando è stata fermata dalla polizia, ha confessato tutto e raccontato la sua verità senza reticenze ».
 
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