Terni, scendono in piazza i diritti dei bambini. «Sono stati dimenticati, ma la loro educazione deve essere garantita dallo Stato».

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Giovedì 21 Maggio 2020, 22:24
Terni - Una manifestazione silenziosa, come il silenzio in cui, da quando è scoppiata l'emergenza Coronavirus, sono piombati tutti i servizi dedicati alla prima infanzia. Oggi pomeriggio, sotto a palazzo del Comune, le educatrici degli asili nido privati di Terni e Provincia che hanno aderito al comitato nazionale EduChiAmo, si sono date appuntamento per manifestare contro l'indifferenza con cui, fino ad oggi, il loro lavoro è stato tralasciato da qualsiasi provvedimento istituzionale emanato a tutela delle diverse categorie professionali. "In questi mesi siamo spariti - commenta Claudia titolare di un nido in città e rappresentante del comitato EduChiAmo Umbria - abbiamo chiuso e non sappiamo se, quando e soprattutto come potremo riaprire". Ad interrogarsi sulla questione anche molte famiglie, in particolare quelle senza nessun paracadute a forma di nonni e zii che possa attenuare i disagi della gestione figli piccoli e impiego full time. "E' una dinamica che rischia di abbattersi e travolgere soprattutto le donne -spiega ancora Claudia- se non dovessimo riuscire a riaccogliere tutti i bambini, se non potessimo riaprire, chi rinuncerà al lavoro per occuparsi dell'accudimento dei figli?" Il problema tocca pesantemente anche la sfera economica. "Nel Decreto rilancia Italia c'è la proroga della cassa integrazione di 5 settimane -precisa- ma mentre per tutte le altre categorie professionali è prevista una riapertura a breve, per noi no. Siamo a maggio e anche ipotizzando che si possa riaprire a settembre, come ci arriveremo? La coperta è davvero troppo corta." A questo proposito il Comitato Nazionale chiede una proroga della cassa integrazione ad hoc per la categoria che rappresenta sicuramente un'eccezione rispetto al panorama nazionale. Non solo. Fra le richieste avanzate, anche un'erogazione diretta di fondi e soprattutto "che si cominci a parlare seriamente di riapertura - chiude Claudia - di protocolli e modalità. La tutela e la garanzia all'educazione della prima infanzia è una legge dello Stato". 
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