Trombosi dopo la prima dose
ora nessuno vuole più vaccinarlo

Trombosi dopo la prima dose ora nessuno vuole più vaccinarlo
di Alberto Favilla
Giovedì 8 Luglio 2021, 08:48
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 TERNI «Mi hanno fatto perdere la mia identità. Mi sento davvero un signor nessuno, neanche degno di una risposta, un chiarimento che mi faccia capire la situazione, il perché non mi venga fatta la seconda dose di vaccino». Il dottor Mauro Belloni, originario di Roma, ma ormai ternano di adozione «Arrivai a Terni nel 1966», è un libero professionista, impiegato in città nel settore dell’igiene degli alimenti di origine animale. Belloni il 16 aprile scorso ha effettuato a piazzale Bosco, a Terni, attraverso il vaccino Astrazeneca, la prima dose del vaccino anti covid, poi per il 2 luglio aveva l’appuntamento per la seconda dose ma nel frattempo è successo qualcosa di importante. «Nell’arco di tempo tra le due vaccinazioni non sono stato bene e dopo accurati controlli mi è stata diagnosticata una trombosi venosa profonda – spiega il dottor Belloni – chiaramente nessuno si è presa la responsabilità di dire che l’evento è correlato al vaccino, così come il contrario. Nessuno può dirlo, ma d’accordo con il mio medico di base si è deciso di non fare Astrazeneca come seconda dose e da qui è nato il tutto. Sono scaduti i termini e nessuno mi ha più chiamato per effettuare la seconda dose alternativa e i miei anticorpi stanno diminuendo in maniera eclatante. Non mi sento tranquillo, mi sento una mina vagante per me e per gli altri anche perché sono uno convintissimo della bontà del vaccino. Ad onor del vero non capisco i cosiddetti no vax soprattutto quelli impiegati in campo sanitario». Il dito del signor Belloni è puntato dritto verso la Regione Umbria che a suo avviso non si prenderebbe alcuna responsabilità. Insieme al suo medico di famiglia hanno prima telefonato alla sede dell’Asl 2 a Terni, poi in Regione, dove hanno inviato una email spiegando attraverso una certificazione medica i motivi del diniego e della scelta: quella di non fare il vaccino inglese, bensì uno eterologo M.r.n.a, con base diversa da Astrazeneca. «Sono uno che legge molto, ascolto i telegiornali, mi informo insomma, e mi sembra che casi come il mio se ne siano verificati molti in Umbria e in Italia e cioè il cambiamento in corsa di vaccino – aggiunge il medico ternano – C’è una diagnosi accertata nel mio caso e in pieno accordo con il mio medico si è valutato che non sarebbe stato il caso di correre inutili rischi». In realtà la combinazione di due vaccini diversi è stata da tempo approvata in Europa anche se con modalità diverse. Addirittura c’è qualcuno in campo scientifico che sostiene che tale scelta – ad esempio Astra Zeneca con Pfizer - aumenti la produzione di anticorpi. «Non voglio entrare in diatribe che non mi appartengono ma ribadire che quello che mi disturba di più è il fatto che nessuno ti risponda, nessuno che ti dia una spiegazione più o meno plausibile. Sono davvero strabiliato e incredulo. Spero solo che si tratti di un ritardo involontario e che io venga subito contattato per risolvere il problema. Non penso davvero che la Regione Umbria possa permettersi figure così. E non penso solo al mio caso. Sono certo che tanti altri sono nella mia stessa situazione e magari non hanno il coraggio di denunciarla. Io questa situazione l’ho definita una “mascarade”, una pagliacciata in piena fregola».