«Mia madre scoppiava di salute, uccisa dalla superficialità». Maestra morta di Covid, ira della figlia

L'ospedale di Spoleto e, nel riquadro, Patrizia Badiali
L'ospedale di Spoleto e, nel riquadro, Patrizia Badiali
di Ilaria Bosi
Sabato 2 Gennaio 2021, 13:21 - Ultimo agg. 5 Gennaio, 00:09
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SPOLETO - «Mia madre scoppiava di salute ed è stata uccisa dalla superficialità con cui ancora oggi molti affrontano il Covid. Vi prego: rispettate le regole». Sono parole che pesano come un macigno, ma che rappresentano anche un appello accorato e un monito, quelle della figlia di Patrizia Badiali, la maestra tanto amata e conosciuta a Spoleto, uccisa a poco più di sessant’anni dal virus, dopo un mese di battaglia. Maria Chiara, la figlia di Patrizia, è una donna forte e pragmatica, che nella vita svolge con passione e successo la professione di medico veterinario. Il suo, quindi, non è soltanto il grido di dolore di chi è stato privato ingiustamente di uno degli affetti più cari, ma anche un invito consapevole a rispettare regole che dovrebbero essere elementari e che invece, evidentemente, non lo sono.

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IL CONTAGIO

La signora Patrizia ha scoperto di essere positiva al Covid il 30 novembre, dopo aver avuto un contatto diretto con la titolare di un’attività aperta al pubblico che si sarebbe recata al lavoro con sintomi riconducibili al Covid, ma evidentemente sottovalutati.

Insieme a Patrizia, altre persone appartenenti allo stesso cluster sono risultate positive. E se i primi 10 giorni di virus sono trascorsi senza troppe preoccupazioni, la situazione è crollata il 10 dicembre. Patrizia è stata ricoverata in Terapia intensiva, dove, dopo una breve parentesi in Medicina, è morta martedì scorso.

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L’APPELLO

«Avrei voluto aspettare di più per scrivere questo post – scrive la figlia Maria Chiara su Facebook - ma poi ho pensato che un dolore e un mese vissuti così non si metabolizzano probabilmente mai. Allora, forse, meglio scrivere a caldo. Questo virus fa male, uccide. Uccide le persone sane, sane e con tanta voglia di vivere come mia madre, che in vita sua probabilmente non ha mai neanche preso un antibiotico. Non sono mai stata terrorizzata da questo mostro e non lo sono neanche ora. Sono invece terrorizzata dalle persone! Sì, perché se (il virus) continua a uccidere e a distruggere intere famiglie la colpa non è della scuola, dei trasporti, del governo: la colpa è delle persone che non rispettano le regole! Mia madre – scrive senza mezzi termini - è stata uccisa dalla superficialità con cui qualcuno affronta questa situazione. Basterebbe davvero poco. Basterebbe che tutti facessimo il nostro. Invece no, perché qualcuno si sente superiore alle regole e alle raccomandazioni. Perché tanto – dicono - «sono tutte stronzate». Peccato però che a pagare sia sempre qualcun altro. Non andrà tutto bene, non ne usciremo. E mi dispiace soprattutto per gli angeli (medici e personale ospedaliero, ndr) che si sono presi cura di mia madre dal momento del ricovero alla sua morte: loro fanno davvero di tutto per ovviare alla negligenza e alla stupidità di certe persone». L’appello finale, rivolto a tutti: «Vi prego, rispettate tutti le regole. Perché (il virus) non perdona e spesso non dà una seconda chance a chi non c’entrava nulla». 

 

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