Giustizia per Alina, in tribunale la battaglia di mamma Sanda

Alina in uno scatto pubblicato su facebook da RG Photography
Alina in uno scatto pubblicato su facebook da RG Photography
di Ilaria Bosi
Sabato 10 Ottobre 2020, 16:24
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SPOLETO - Rischia una condanna inferiore ai quattro anni di reclusione la 27enne di Castrocaro che un un anno e mezzo fa investì e uccise Alina Marchetta, 26 anni per sempre. E poco importa se alle 9 di mattina, Martina Mercuriali (questo il nome della ragazza imputata per omicidio stradale aggravato) guidasse con un tasso alcolemico altissimo (1.78, più di tre volte oltre il consentito) e sotto l’effetto di stupefacenti (cocaina): la legge le dà la possibilità di patteggiare la pena e i suoi difensori hanno concordato con il pubblico ministero una condanna inferiore ai quattro anni, su cui il giudice per l’udienza preliminare Massimo De Paoli si è riservato la decisione. Il processo per omicidio stradale aggravato è iniziato giovedì a Forlì, dove Alina – cresciuta a Spoleto – si era trasferita da qualche anno. Proprio lì, a pochi passi da casa, quella maledetta domenica mattina Alina venne centrata e uccisa dal palo abbattuto sul marciapiede dalla Nissan Micra condotta dalla Mercuriali. Pochi istanti e la fine di tutto. Alina era una ragazza effervescente e simpatica, che trasudava bellezza, semplicità ed energia. Un sorriso, il suo, spento troppo presto e che mamma Sanda, artista olandese, continua a far brillare con tutte le sue forze. Ma c’è una cosa che Sanda, e insieme a lei molti altri, non riesce proprio a comprendere: «Non è giustizia – dice - quella che consente il patteggiamento a chi ha ucciso in quelle condizioni, guidando sotto l’effetto di alcol e droga. Il valore di una vita non si può patteggiare». Il suo grido scuote l’animo: «Lotterò fino alla fine – assicura – perché Alina mi ha insegnato a morire e a rinascere per lei. Siamo tutti possibili vittime e siamo anche tutti colpevoli se accettiamo passivamente un sistema di giustizia che tutto è tranne che giusto». Nella prima udienza, aggiornata poi a fine mese, il gup ha accolto la costituzione di parte civile della mamma, del papà, delle due sorelle e del fidanzato di Alina ed ha ammesso anche la costituzione dell’Asaps, associazione amici e sostenitori della polizia stradale. Le parti civili, tuttavia, non potranno incidere in alcun modo sul risultato finale di questa vicenda straziante. «Restiamo alla finestra», dice uno degli avvocati che assiste la famiglia, ricordando che il pubblico ministero ha dato parere favorevole alla richiesta di patteggiamento e che l’ultima parola, ora, spetterà esclusivamente al giudice.

All'ex Monte di Pietà le opere per la mostra dedicata a un angelo

SPOLETO - Dal 24 ottobre al 2 novembre negli spazi dell'ex Monte di Pietà verranno esposte le opere della mostra “Artisti per Alina”.

Si tratta di una selezione dei lavori di artisti che hanno partecipato al bando di concorso  dedicato alla memoria della giovane Alina Marchetta, ventiseienne scomparsa prematuramente vittima di omicidio stradale. Le stesse opere, sino al 20 di ottobre,  sono ora in mostra all'Oratorio di San Sebastiano a Forlì, città in cui Alina si era trasferita per lavoro dopo essere nata e cresciuta a Spoleto. “L’evento - si spiega nella pagina web della Alina Art Foundation che promuove l'iniziativa - è stato organizzato dall’artista Sanda Sudor, per commemorare la perdita della sua unica figlia di 26 anni,  stroncata la mattina del 7 aprile 2019, mentre passeggiava in via Salinatore a Forlì, dall’auto condotta da una sua coetanea, Marina Mercuriali, in preda ai fumi dell’alcool e imbottita di droga”. Poi, si aggiunge: “La Alina Art Foundation   nasce da una tragedia, la morte violenta di un'unica figlia. Le tragedie fanno parte della vita così come i sogni e le speranze. Quindi la tragedia può dare vita alla speranza, e la speranza è l'unica via per cambiare il male in bene. Ma anche per diventare più veri e più belli. Aiutiamo chi può fare diventare questa nostra società più bella. Aiutiamo gli Artisti che sono il riflesso dei nostri tempi e di noi stessi. Alina Art Foundation lo farà e mai si fermerà perché la speranza non muore mai”.  Nella mostra verranno esposte opere di 40 artisti selezionati in tutti campi dell’arte visiva (pittura, scultura, fotografia, design, grafica - illustrazione, video). Per l’anno 2020, il 1° Premio ”Alina” è andato a Livia Cannella per il video “Alina e le rose”; il 2° Premio a David Pompili per l’opera ”Santi Urbani”; il 3° Premio a Anna Maria Scocozza per l’installazione art-paper “Alina. La primavera ti sveglierá con un fiore”. La mostra si ripeterà ogni anno per tenere vivo il monito di questa tragedia.

Antonella Manni

Alina con la mamma, l'artista olandese Sanda Sudor

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