Quarantamila pensionati in crisi per avere lo Spid, in soccorso arrivano i nipoti

Quarantamila pensionati in crisi per avere lo Spid, in soccorso arrivano i nipoti
Sabato 4 Settembre 2021, 10:07
4 Minuti di Lettura

PERUGIA - Pensionati umbri, tutti di corsa a fare lo Spid per non perdere la possibilità di accedere alle pratiche personali. Tra meno di un mese, infatti, per accedere ai servizi dell’istituto di previdenza ci vorrà la sola identità digitale: una complicazione per migliaia di anziani che ora dovranno mettersi in regola dopo il periodo di sperimentazione che si concluderà il prossimo 30 settembre. Ma la situazione non è così semplice: per i sindacati dei pensionati, infatti, in molti sarebbero indietro con le procedure: secondo una stima dello Spi Cgil di Perugia poco più di un pensionato su 4 sarebbe già in possesso dello Spid, tutti gli altri se vorranno accedere ai servizi on line, dovranno fare presto. Ma c’è anche un’altra questione. Molti titolari di pensione sia di anzianità, che di vecchiaia o di invalidità non sono in grado di poter accedere da soli con la procedura dell’identità digitale, non dispongono di smartphone o non sono in grado di utilizzare un pc o la posta elettronica, ed ecco che l’Inps apre la corsa alla richiesta delle “deleghe” per chi non ce la fa a gestire le procedure informatiche on line tutto da solo. E ora è caccia al nipote, al figlio o al parente che si renda disponibile a fare le operazioni informatiche al posto del pensionato in difficoltà. Ma il percorso per poter delegare un’altra persona a utilizzare il proprio profilo prevede determinate regole, e in molti già sarebbero alle prese con le difficoltà del caso. La nuova procedura scatterà dal primo di ottobre. Ma ecco i dettagli. Chi vuole attivare la delega può già farlo: la procedura dell’Inps è partita subito dopo Ferragosto e ora si passa alla fase più delicata. L’Inps fa sapere che il cittadino che sia impossibilitato a utilizzare in autonomia i servizi online, “può delegare un’altra persona di sua fiducia all'esercizio dei propri diritti nei confronti dell'Istituto attraverso lo strumento della delega dell’identità digitale”. L’accesso è permesso per il 730 online, per la richiesta dell’Isee, per la verifica della documentazione pensionistica, del cedolino di pensione e per altre prestazioni. Ed è proprio grazie alla possibilità che dà l’Inps di fare la delega che, chi è in difficoltà, si potrebbe risolvere la situazione: nel dettaglio, l’Istituto dice di aver voluto “dare la precedenza all’esigenza dei cittadini che sono impossibilitati a utilizzare in autonomia i servizi online, fornendo uno strumento che consente al delegato di accedere ugualmente a questi servizi.

Un’operazione che si inserisce in accordo con le attività che il Ministro per l’innovazione e la transizione digitale, dipartimento per la trasformazione digitale sta mettendo in campo per rendere più facile ai cittadini l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione con l’identità digitale”. La delega dell’identità digitale è anche lo strumento attraverso il quale i tutori, i curatori, gli amministratori di sostegno ed esercenti la potestà genitoriale possono esercitare i diritti dei rispettivi soggetti rappresentati e dei minori. Come fare, allora? “La richiesta può essere effettuata direttamente dal delegante presso una qualsiasi sede territoriale dell’Inps esibendo il modulo apposito di registrazione delega dell’identità digitale e la copia del documento di riconoscimento del delegante. Dopo la registrazione a sistema della delega, il delegato può accedere ai servizi Inps in luogo del delegante, autenticandosi con le proprie credenziali Spid, Cie, Cns e potrà scegliere, quindi, se operare in prima persona oppure in luogo e per conto del delegante”. “In pochi hanno lo Spid – dice il segretario generale dello Spi Cgil Perugia – e in questi giorni in molti cercano di mettersi in regola anche se la platea di riferimento, gli anziani pensionati, non è sempre all’altezza per quello che riguarda la dimestichezza con le procedure informatiche. In base a un nostro studio il 15 per cento dei pensionati ha uno Spid, anche se in questa fase stiamo notando un’accelerazione delle richieste. Ma bisogna fare in fretta perchè, a breve, l'Istituto di previdenza non accetterà più il metodo del Pin”. Per Bravi si tratta di un grande cambiamento “ed è giusta l’idea di aumentare la sicurezza digitale, ma va compresa la difficoltà degli anziani più fragili e di chi è disabile”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA