Virus, l'esperto: «Il vaccino anti-influenzale
è ginnastica per il sistema immunitario»

Virus, l'esperto: «Il vaccino anti-influenzale è ginnastica per il sistema immunitario»
di Fabio Nucci
Martedì 3 Novembre 2020, 08:23 - Ultimo agg. 15:18
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PERUGIA La paura del contagio rischia di accrescere i pericoli legati ad altre patologie, a cominciare da quelle cardiovascolari. Nella prima fase dell’epidemia, infatti, anche in Umbria il tasso di mortalità per infarto acuto è triplicato perché i pazienti, nonostante sintomi gravi, non si sono recati o si sono recati troppo tardi in ospedale. A mettere in guardia su tali aspetti, è il dirigente medico della struttura complessa di Cardiologia dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Maurizio Del Pinto. Il quale ribadisce come il rischio di infettarsi di Covid in ospedale sia minimo, sottolineando i benefici della vaccinazione anti-influenzale, una “palestra” per il sistema immunitario.
Dottor Del Pinto, come valuta la situazione nell’ospedale regionale?
«Tutto il personale del Santa Maria della Misericordia, a cominciare dai colleghi dal pronto soccorso alle terapie intensive, stanno facendo un lavoro encomiabile al di sopra delle loro forze con grandissima abnegazione, così come i reparti Covid. È una cosa che va ribadita perché va ispirata fiducia nell’utenza».
La capacità di alcuni reparti, tuttavia, è ridotta.
«Alcuni di Medicina sono stati riconvertiti in reparti Covid e si sono ridotti i posti di degenza a disposizione di tutti gli altri malati internistici, ad esempio. Cosa che non è avvenuta nelle specialistiche come in cardiologia, cardio-chirurgia, stroke-unit. Il vero rischio è l’emergenza cardio-vascolare perché infarto acuto, scompenso cardiaco acuto, aritmie maligne potrebbero essere sottovalutate dai pazienti che hanno paura di venire in ospedale perché pensano sia sovraffollato da pazienti Covid. A loro dico: “Non abbiate paura di cercare cura per le malattie cardio vascolari acute, e lo stesso vale per quelle cerebro-vascolari (ictus)”».
Dice questo perché in primavera è successo?
«Nel marzo 2020, per la paura di venire in ospedale, il tasso di mortalità per infarto è aumentato di tre volte, c’è stata una riduzione di ricoveri per infarto di circa il 60% e per scompenso cardiaco acuto del 50%: già questi tre dati offrono l’impatto della Covid (al femminile, tradotto è malattia da coronavirus). Il segnale che dobbiamo dare alla popolazione è di essere tranquilli perché le strutture sanitarie stanno lavorando al massimo per garantire comunque l’assistenza a tutti. La percezione della gravità della situazione epidemiologica rischia di alimentare la paura di recarsi in ospedale, per cure importanti come infarto e ictus. La nostra cardiologia, diretta dal dottor Claudio Cavallini, è ad altissimo flusso, tra le prime 10 in Italia per il numero di infarti trattati con angioplastica primaria».
L’inverno alle porte è un’ulteriore minaccia.
«Normalmente le patologie cardiovascolari hanno una recrudescenza e il rischio che all’aumento naturale della malattia corrisponda una ridotta presentazione in ospedale potrebbe dar seguito a un carico di malattia molto importante. Normalmente in inverno abbiamo più malati e se ora avessero più paura di marzo si rischierebbero conseguenze serie anche da questo punto di vista».
Oggi la struttura è preparata anche logisticamente.
«Ci sono ancora criticità, ma anche per il paziente di infarto sospetto Covid abbiamo un percorso ben definito dall’inizio dell’emergenza. Il rischio di infettarsi di coronavirus in ospedale è veramente basso, mentre è alto rimanere a casa con una patologia grave e non curarsi».
Come valuta i dati ospedalieri Covid?
«Il dato delle terapie intensive è stabile perché purtroppo ci sono anche i morti che liberano i posti letto. I numeri crescono quotidianamente ma dobbiamo considerare che i dati dei ricoveri che vediamo oggi sono riferibili ai contagi di 5-10 giorni fa: ciò che accadrà tra una settimana sarà in base ai casi degli ultimi tre giorni».
È consigliabile il vaccino antinfluenzale?
«Tutti i pazienti ad alto rischio devono vaccinarsi perché è come un esercizio ginnico per il nostro sistema immunitario e fornisce una certa protezione anche per l’eventuale contagio del virus. Il sistema immunitario è più allenato a combattere il virus».



 

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