Virus, primato di guariti, picco atteso a dicembre
la fascia d'età più colpita è quella tra i 13-18 anni

Virus, primato di guariti, picco atteso a dicembre la fascia d'età più colpita è quella tra i 13-18 anni
Sabato 14 Novembre 2020, 07:35
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PERUGIA Un’impennata di guarigioni regala una piccola svolta all’evoluzione dell’epidemia in Umbria che per la prima volta dopo quasi due mesi vede scendere il numero degli attualmente positivi. Un calo di 394 casi legato a 990 guarigioni segnalate ieri. Resta elevato il numero dei nuovi contagi, 604, ma la curva epidemica rallenta, come confermato nel punto Covid settimanale dal Nucleo epidemiologico della Regione. Secondo il quale anche l’indice Rt sta scendendo e rallenta lievemente anche la curva delle ospedalizzazioni che potrebbe raggiungerebbe il picco tra fine novembre e inizio dicembre.
I dati dei nuovi positivi asintomatici, sull’orizzonte settimanale, si mostrano per la prima volta in riduzione: 2.937 negli ultimi sette giorni, rispetto ai 3.050 della settimana precedente. Continua a crescere, invece, l’incidenza dei “sintomatici”: 1.112 quelli scovati dal 7 al 13 novembre, contro gli 845 della settimana precedente con una crescita del 31,6% (+12% in Italia). Ieri altri 5mila tamponi con un tasso di positività del 12% in calo e sotto la media settimanale del 13,15%, con 2.759 esami “ripetuti” e 2.255 casi testati (il 26,8% positivi). Il dato del giorno riguarda lo scatto dei guariti: 990 che oltre a determinare un calo di casi attivi (non accadeva dal 21 settembre) ha causato anche una risalta del tasso di guarigione, riferito ai positivi totali, che in una giornata è passato dal 35,4 al 39,8%, superando la media nazionale, ferma al 36%. Nell’ultima settimana ci sono stati meno di due positivi ogni guarito, in Italia più di 3. Nonostante le tante guarigioni, nessuno dei 90 comuni alle prese col virus è tornato Covid-free ma le città più colpite hanno anche registrato i numeri più alti: 257 guarigioni a Perugia, 181 a Terni, 55 a Spoleto, 41 ad Assisi. La città serafica, tra le più grandi, resta quella con un’incidenza più alta di casi attivi sulla popolazione (18,21 ogni mille residenti), mentre sono scesi da 36 a 35 i comuni con un indice sopra 10. Quanto ai nuovi casi censiti ieri, spicca il +10 di Città della Pieve, +11 a Bevagna, +18 a Gualdo Tadino. Attualmente positivi in calo nei grandi centri, fatta eccezione per Foligno dove a fronte di 30 guariti ci sono state 62 nuove diagnosi Covid. Contagi in calo anche a Magione (-7) dove il sindaco ha segnalato sei positivi tra gli ospiti del centro diurno di Sant’Arcangelo.
Valutazioni confortanti arrivano dal Nucleo epidemiologico di cui tra gli altri fanno parte, con la coordinatrice Simona Carosati, Stefania Prandini, Carla Bietta, Marco Cristofori e Fortunato Bianconi, ieri presenti al punto-Covid settimanale col direttore Claudio Dario e il commissario Antonio Onnis. Sotto la lente l’evoluzione dell’epidemia specie con riferimento alle ospedalizzazioni. «Aumentando i casi – spiega Cristofori, responsabile Sdd Sorveglianza e promozione della salute Usl Umbria 2 - anche se il tasso di ospedalizzazione non è elevato, segue in proporzione l’andamento dei contagi, per questo invertire la curva è fondamentale. L’occupazione dei posti letti per acuti ha subito un’impennata dal 20 ottobre ma nella parte finale la curva si addolcisce un po’». L’ultimo aggiornamento parla di 427 ricoverati (due nell’ospedale da campo) e 68 intensive (-1). Anche la diffusione del contagio, letta attraverso Rt, rallenta. «L’indice, che misura la capacità di un positivo di infettare altre persone – spiega Cristofori - scende e si stanno stabilizzando i casi anche se l’incidenza cumulativa aumenta». Rispetto al suo andamento “naturale”, inoltre, la curva evidenzierebbe un gap del 30%.
Il Nucleo ha analizzato l’andamento ricoveri anche in relazione alla popolazione. «L’età media dei ricoverati – spiega Carla Bietta del dipartimento prevenzione della Usl Umbria 1 – è di circa 80 anni, maggiore rispetto a quelle dei casi accertati». Il ricovero, inoltre si conferma più probabile per i maschi con una durata media di 9,2 giorni. «La degenza si riduce con l’aumentare dell’età». Rispetto alle fasce d’età, si avverte anche una riduzione dei casi incidenti: la fascia 0-5 anni è la meno colpita, la 14-18 la più alta anche se registra una flessione nell’ultima settimana. Quanto alle previsioni, elaborate nel modello di Fortunato Bianconi, amministratore unico di Umbria Digitale, rispetto alle ospedalizzazioni, con le misure restrittive attuali, il picco (456 casi) è atteso tra fine novembre e inizio di dicembre, mentre per le terapie intensive il massimo, 111 degenti, è atteso per metà dicembre.

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