Caso Orlandi, papa Francesco: «Su Wojtyla illazioni offensive e infondate». Pietro Orlandi: «Fa bene a difenderlo»

«Certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo rivolgo un pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate», sottolinea.

Caso Orlandi, papa Francesco difende Giovanni Paolo II: «Su di lui illazioni offensive e infondate»
Caso Orlandi, papa Francesco difende Giovanni Paolo II: «Su di lui illazioni offensive e infondate»
Domenica 16 Aprile 2023, 13:08 - Ultimo agg. 18:41
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Papa Francesco si erge in difesa della memoria di Giovanni Paolo II, oltraggiata in questi giorni dalla diffusione di voci incontrollate su un suo possibile coinvolgimento nella scomparsa di Emanuela Orlandi. Il Pontefice approfitta della domenica della Divina Misericordia, ricorrenza fortemente voluta dal Papa polacco, per dire al Regina Caeli: «certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo, rivolgo un pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate». Subito salutato da un forte applauso dei 20 mila fedeli riuniti in Piazza San Pietro.

Papa Wojtyla, le parole di Bergoglio

Negli ultimi giorni, dopo le dichiarazioni in tv di Pietro Orlandi a seguito del suo colloquio-fiume in Vaticano di martedì scorso col promotore di giustizia Alessandro Diddi, in molti nella base cattolica hanno espresso la propria indignazione per i maligni «si dice» su un Wojtyla che sarebbe uscito la sera con due monsignori «non certo per benedire le case» o sul fatto che si portasse addirittura ragazzine in Vaticano.

Persino i parroci nelle omelie domenicali hanno lasciato strali in difesa della sua memoria «infangata».

 

La difesa di Pietro Orlandi

Ma lo stesso papa Bergoglio - durante quello che è dapprima sembrato un apparente silenzio dei vertici vaticani, a parte le reazioni polemiche di Vatican News e dell'Osservatore Romano - non se n'è rimasto inerte. Francesco venerdì scorso avrebbe chiamato il pg Diddi per farsi riferire cosa stesse succedendo, dopo le illazioni riportate da Pietro Orlandi sul nome di Wojtyla. Ed è di ieri mattina, quindi dell'indomani, la convocazione in Vaticano, da parte del magistrato inquirente, della legale della famiglia Orlandi, avvocato Laura Sgrò, per farsi riferire quali fossero le origini di quelle voci e chi ne fossero le «fonti». Richiesta alla quale la legale ha opposto il segreto professionale, sollevando peraltro la sua incompatibilità a deporre come «persona informata sui fatti». Con il conseguente, nuovo, pesante scambio di accuse e veleni che c'è stato ieri tra i media vaticani da una parte - «si rifiutano di fare i nomi», hanno gridato - e Orlandi e la sua legale dall'altra. Oggi la voce del Papa in difesa di Wojtyla - cui si è subito associata anche la Presidenza Cei - mette un punto nella vicenda, con i toni che adesso sfumano, anche se non poche domande restano aperte. «È giusto che Papa Francesco abbia difeso Wojtyla dalle accuse fatte attraverso un audio reso pubblico lo scorso 9 dicembre. Per questo motivo ho deciso di depositare quell'audio al promotore di giustizia Alessandro Diddi, lo scorso 11 aprile affinché convocasse Marcello Neroni, autore di queste accuse», afferma Pietro Orlandi sul suo profilo Facebook, facendo quindi il nome di chi ha pronunciato nella registrazione le accuse contro Giovanni Paolo II: ritenuto vicino alla banda della Magliana, oggi 82/enne, legato al boss Renatino de Pedis, come pure ad Aldo De Benedittis, conosciuto negli anni Novanta come il 're dei videopoker'. «Certamente non può spettare a me dire se questo personaggio abbia detto il vero oppure no - prosegue il fratello di Emanuela Orlandi -. Diddi ha accolto questa mia richiesta, insieme alle altre, promettendo che avrebbe scavato a fondo ogni questione, compresa questa». «Io, tantomeno l'avvocato Sgrò - aggiunge -, abbiamo mai accusato Wojtyla di alcunché come qualcuno vorrebbe far credere. L'unico nostro intento è quello di dare giustizia a mia sorella Emanuela e arrivare alla verità qualunque essa sia». E anche l'avvocato Sgrò ora si dice disponibile ad un nuovo colloquio col magistrato. «Io ieri sono stata chiamata in Vaticano per Emanuela, non per Giovanni Paolo II. Nessuno mi chiesto di Giovanni Paolo II. Non è mai stato nominato dal Promotore durante il nostro brevissimo colloquio. Non risulta nel verbale, non è mai stato oggetto di conversazione. Quando sono uscita ho scoperto che sarei stata reticente su fatti che lo riguardano. Ma come si fa a essere reticenti su qualcosa di cui non si è parlato?». «Non ho mai messo in discussione la santità di Giovanni Paolo II, come legale di Pietro Orlandi abbiamo messo a disposizione degli inquirenti quello che sapevamo - aggiunge -. Nel rispetto della mia posizione di avvocato, sono disponibile a un colloquio. Abbiamo chiesto chiarezza».

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