Sesso, bugie e scomuniche cancellate: esplode il caso del gesuita abusatore. Per Papa Francesco è un macigno

Il copione del caso Rupnik sembra ricalcare una situazione analoga già accaduta in passato

Sesso, bugie e scomuniche cancellate, esplode il caso del gesuita abusatore, per Papa Francesco è un macigno
Sesso, bugie e scomuniche cancellate, esplode il caso del gesuita abusatore, per Papa Francesco è un macigno
di Franca Giansoldati
Venerdì 16 Dicembre 2022, 11:35
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Città del Vaticano – Rischia di avere un devastante effetto domino e coinvolgere direttamente Papa Francesco il brutto caso di abusi di padre Mark Rupnik, l'artista gesuita conosciuto a livello internazionale per i suoi mosaici che ornano cattedrali, santuari e persino la cappella nel Palazzo Apostolico. Il Generale della Compagnia di Gesù, padre Arturo Sosa ha dovuto riconoscere pubblicamente – facendo una rovinosa retromarcia - che Rupnik era effettivamente incorso nella scomunica per il reato canonico gravissimo dell'assoluzione di complice, un provvedimento che qualcuno molto in alto ha deciso di cancellare. In queste ore sta crescendo la pressione dentro la Chiesa per avere trasparenza sul “Rupnik gate” e per conoscere chi sia stata l'autorità che ha deciso di intraprendere un passaggio giuridico del genere. Tutti sanno che la revoca di un provvedimento del genere resta un atto straordinario che, tecnicamente, spetterebbe solo al Papa.

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Il copione del caso Rupnik sembra ricalcare una situazione analoga già accaduta in passato e messa subito a tacere. Mauro Inzoli, l'ex potentissimo prete di Cl (chiamato anche “Don Mercedes” e amico di cardinali e vescovi) venne condannato e scomunicato per atti di pedofilia dal Dicastero della Fede anche se in un primo tempo fu 'graziato' da Papa Francesco che gli tolse la scomunica.

Solo successivamente il pontefice decise di ridurlo allo stato laicale (ma senza scomunica). L'indulgenza di Francesco sembrerebbe proiettarsi anche sull'affaire Rupnik, nel totale silenzio del Vaticano che nonostante le richieste da parte di vescovi, cardinali e giornalisti di tutto il mondo, al momento non ha emesso un fiato. Il silenzio più totale.

Nel gennaio scorso, dopo aver ricevuto in udienza privata padre Rupnik, Papa Francesco avrebbe raccomandato ad alcuni vescovi di passaggio di stare vicino a padre Rupnik poiché stava passando un periodo difficile. Anche in quella occasione non sembra siano state pronunciate parole di vicinanza alle vittime, in questo caso donne. «Rapporti tra maggiorenni» hanno sottolineato i Gesuiti, avvenuti tanto tempo fa e quindi prescritti. Ma le nuove rivelazioni su Rupnik mettono bene a nudo come nella Chiesa i sacerdoti che abusano della propria autorità morale per manipolare sessualmente, spiritualmente o psicologicamente donne adulte raramente vengono puniti con sanzioni canoniche, nonostante che le stime indichino che i sacerdoti hanno una probabilità quattro volte maggiore di praticare attività sessuali con donne rispetto ai minori.

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E' solo a seguito delle pressanti domande della Associated Press che il superiore generale dei Gesuiti, padre Sosa, ha riconosciuto obtorto collo che la Congregazione per la Fede ha perseguito Rupnik per un caso separato e precedente del 2019,  conclusosi con la sua condanna e scomunica temporanea per uno dei crimini più gravi contemplati dal diritto canonico: l'assoluzione del complice. In questo caso aver assolto una donna in confessione con la quale Rupnik aveva avuto in precedenza relazioni sessuali. Il caso risale al 2015. Rupnik ha ammesso le circostanze e si è formalmente pentito, e la Congregazione ha revocato la sua scomunica. Resta da chiarire se il Papa aveva autorizzato il cardinale gesuita Ladaria, prefetto della Congregazione a cancellare questa pena, oppure se è stata una iniziativa autonoma del prefetto del Dicastero?

Lo scandalo è scoppiato la scorsa settimana dopo che due blog italiani, Silere non possum e Messa in Latino hanno iniziato a parlare del passato scomodo di Rupnik, rivelando le accuse di abusi psicologici, sessuali e spirituali nei confronti di donne e religiose. In un primo tempo i Gesuiti hanno confermato che era stata ricevuta una denuncia nel 2021, ma che il Vaticano aveva derubricato le accuse, risalenti agli anni '90 in Slovenia, perchè andate in prescrizione. Tuttavia il generale dei Gesuiti – il cosiddetto Papa Nero – ha precisato di aver mantenuto delle restrizioni precauzionali a Rupnik vietandolo di confessare, tenere dei ritiri spirituali. Nella dichiarazione del 2 dicembre padre Sosa non menzionava però che a carico di Rupnik vi erano altre accuse. Perchè non c'era, infatti, solo l'indagine partita nel 2021 e conclusasi con una prescrizione nell'ottobre del 2022 ma vi era anche un'altra indagine precedente per l'assoluzione di complice in confessione. Una circostanza rivelata dal blog Messainlatino.it e ignorata nel comunicato datato 2 dicembre.

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«Posso capire come le vittime si sentano tradite», ha detto alla Reuters padre Hans Zollner, membro della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e responsabile del centro di studi sugli abusi dell'Università Gregoriana di Roma. «Per amore della trasparenza, dobbiamo sapere chi sapeva qualcosa, cosa e quando, e cosa è successo dopo. Avremmo potuto scoprire i diversi livelli di responsabilità, il che avrebbe potuto evitare tutto questo» ha aggiunto, riferendosi alla denuncia del 2021. «Mi chiedo e chiedo alla mia comunità, ai Gesuiti: Chi poteva sapere? Chi lo sapeva? Chi ha percepito che qualcosa non andava e non è andato oltre?» Intanto il blog Messa in Latino chiede la testa di padre Sosa. Non dovrebbe dimettersi per avere mentito?

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