Coronavirus, dal Papa via libera alle confessioni individuali: «Parlate direttamente con Dio». Poi cita cantante fascista

Coronavirus, dal Papa via libera alle confessioni individuali: «Parlate direttamente con Dio». Poi cita cantante fascista
di Franca Giansoldati
Venerdì 20 Marzo 2020, 08:57 - Ultimo agg. 21 Marzo, 14:27
4 Minuti di Lettura

Città del Vaticano -  Papa Francesco nella messa di stamattina a Santa Marta trasmessa in streaming ha annunciato la possibilità per tutti i fedeli che, di questi tempi, necessitano una confessione ma non possono trovare un confessore per l'emergenza coronavirus che impone a tutti il divieto di uscire da casa, di ricorrere alle confessioni individuali, parlando direttamente con Dio. Una possibilità straordinaria contemplata nel Catechismo.

LEGGI ANCHE Coronavirus, il Papa chiude il tribunale ma stringe la mano agli ospiti. E in Vaticano niente mascherine

 «Se non trovi un sacerdote parla con Dio direttamente, è tuo Padre, digli la verità, chiedigli persono con l'atto di dolore, promettigli che poi ti confesserai con un sacerdote e questo ti darà la grazia di Dio. Si può avere il perdono di Dio senza la presenza di un sacerdote in determinte circostanze. Fatelo, questo è il momento giusto e opportuno. Con un atto di dolore ben fatto l'anima diventerà bianca come la neve» ha detto.

Durante la messa ha poi ripetuto che Dio è un padre amorevole e non un giudice minaccioso. Ha pregato per i medici in prima linea a combattere la pandemia e per le autorità alle quali spettano decisioni importanti («per loro non è facile gestire questo momento e tante volte soffrono di incomprensioni. Il personale medico ospedaliero e le autorità in questo momento sono colonne che ci aiutano ad andare avanti. E ci difendono in questa crisi»).

Papa Francesco: «Restiamo saldi in un momento in cui tutto vacilla, San Giuseppe proteggi l'Italia»

Infine ha ricordato un episodio della sua infanzia, «quando nelle famiglie italiane a Buenos Aires, 75 anni fa, si cantavano le canzoni di Carlo Buti, in particolare una che dice: torna da tuo padre, la ninna nanna ancora ti canterà (...) Questo mi porta alla figura del Padre del capitolo 15 di Luca, di quel padre che vive e vede il figlio da lontano, quel figlio che se ne è andato con il denaro sperperandolo, ma il padre lo vedeva e lo seguiva da lontano, lo aspettava. Torna da tuo Padre. La tenerezza di Dio ci parla in special modo nella Quaresima. E' tempo di entrare in noi stessi e tornare al Padre. Il Dio della tenerezza ci guarirà delle ferite della vita e delle cose brutte che ognuno ha combinato. Ognuno ha le proprie. E' ora di tornare all'abbraccio del Padre».

Singolare, invece, la citazione di Carlo Buti tenendo conto che questo cantante divenne famoso nel 1935 per avere interpretato, per la prima volta, Faccetta nera, una canzone di propaganda fascista scritta da Renato Micheli e musicata da Mario Ruccione. Una interpretazione che rese celebre non solo la canzone, ma anche lo stesso Buti. A Buti è stata intitolata una strada nella capitale argentina, Buenos Aires, e una in quella uruguayana, Montevideo.

La possibilità di una confessione del genere, di carattere individuale, è contemplata nel canone 961 del Catechismo che prende in esame una serie di situazioni drammatiche, straordinarie, eccezionali come in caso di una guerra, una catastrofe, un cataclisma. L'interrogativo che si si pone è se anche le situazioni limite che sta facendo emergere il coronavirus possano essere contemplate in questa fattispecie. Il Papa ha espresso il suo parere alle messa, ora spetta ai singoli vescovi e sacerdoti cvalutare in loco, caso per caso. 

Il Catechismo al canone 961 prende in esame l'assoluzione a più penitenti insieme senza la previa confessione individuale non può essere impartita in modo generale se non: 

1) vi sia imminente pericolo di morte ed al sacerdote o ai sacerdoti non basti il tempo per ascoltare le confessioni dei singoli penitenti; 

2) vi sia grave necessità, ossia quando, tenuto conto del numero dei penitenti, non si hanno a confessori sufficienti per ascoltare, come si conviene, le confessioni dei singoli entro un un tempo conveniente, sicché i penitenti, senza loro colpa, sarebbero costretti a rimanere a lungo privi della grazia sacramentale o della sacra comunione; però la necessità non si considera sufficiente quando non possono essere a disposizione dei confessori, per la sola ragione di una grave affluenza di penitenti, quale può aversi in occasione di una grande festa o di un pellegrinaggio.

Giudicare se ricorrano le condizioni richieste a norma spetta al Vescovo diocesano, il quale, tenuto conto dei criteri concordati con gli altri membri della Conferenza Episcopale, può determinare i casi di tale necessità.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA