Il dibattito sulle messe: da valutare i termoscanner, possibili i riti all'aperto

Il dibattito sulle messe: da valutare i termoscanner, possibili i riti all'aperto
di Franca Giansoldati
Mercoledì 29 Aprile 2020, 19:37 - Ultimo agg. 30 Aprile, 18:35
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Città del Vaticano – Una cosa è sicura: sarà molto difficile vedere dei termo-scanner in funzione davanti alle chiese per misurare la temperatura di chi andrà alla messa. Una soluzione di questo tipo non sembra essere percorribile. Lo hanno fatto presente gli sherpa della Cei che trattano con Palazzo Chigi e il Ministero dell'Interno. Non tutte le strutture parrocchiali presenti sul territorio sarebbero in grado di farlo con personale adeguato, perchè un conto è una grande basilica o una cattedrale, un altro una piccola realtà di paese. 

Mentre continua il dibattito sulle chiese che si apriranno a breve – forse già l'11 maggio, esattamente come in Francia, gli scambi per mettere a punto dei protocolli validi su tutto il territorio nazionale vanno avanti. La valutazione finale, ancora una volta, verrà fatta dalla task force sanitaria in base all’andamento della curva epidemiologica. Gli esperti avranno l'ultima parola. 

Il 4 maggio però riprenderanno i funerali con massimo 15 persone. Anche questo è un numero stabilito dal comitato tecnico sanitario. La cosa buffa è che in Francia l'analogo comitato ha stabilito che la quota massima di persone sia di 20 persone, cinque di più. Il perchè naturalmente non si sa.



L'altro aspetto che viene dato ormai per scontato è che quando inizieranno di nuovo le messe i parroci dovrebbero privilegiare i riti  all'aperto, iniziando dalle celebrazioni infrasettimanali, solitamente meno affollate di quelle domenicali. 

Il vescovo di Civitavecchia ha scritto alla sua diocesi una lettera inserendo dentro le nuove disposizioni dopo il dpcm del 26 aprile, ripetendo che sono vietati gli assembramenti, che le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli sono vietati, che occorre stare a un metro di distanza e che si potranno celebrare i funerali «indossando protezioni per le vie respiratorie». La speranza, spiega il vescovo, è che arrivino nuove comunicazioni almeno per il 31 maggio, per celebrare la Pentecoste. 

Il vescovo informa anche che la Cei domani, 30 aprile, dovrebbe accreditare alle diocesi un contributo speciale da devolvere alle parrocchie per la carità visto che le conseguenze del covid sono disastrose per tante famiglie di operai, artigiani, lavoratori precari. 

«Chiediamo alla Cei di procedere nel dialogo con il governo per riappropriarci della libertà di culto e poter gradualmente riorganizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte ma nella pienezza della nostra autonomia» scrive ancora il vescovo di Civitavecchia. Nel frattempo sono saltate le comunioni, le cresime, i matrimoni e tutte le attività legate ai giovani che animavano gli oratori. Tutto slittato a data da destinarsi.
























 

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