Coronavirus, tampone negativo per il Papa. Il Vaticano: «E' solo raffreddato»

Coronavirus, tampone negativo per il Papa. Il Vaticano: «E' solo raffreddato»
di Franca Giansoldati
Mercoledì 4 Marzo 2020, 07:56 - Ultimo agg. 07:58
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«Che tipo di mondo vogliamo lasciare a quelli che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?» Una domanda atroce di questi tempi e capace di causare mal-di-pancia a chiunque. Papa Francesco dalla residenza di Santa Marta dove sta curandosi il raffreddore e seguendo da lì, a distanza, le riflessioni spirituali che sono in corso ad Ariccia, ha diffuso un videomessaggio preparatorio per la settimana mondiale della Laudato Sì che si svolgerà dal 16 al 17 maggio.
A tutte le comunità cattoliche del mondo ha rivolto un commovente appello a riflettere sui cambiamenti climatici in corso, invitandole a trovare risposte alla crisi ecologica, a mettere a fuoco il grido della terra perché i «poveri non possono più aspettare». Per poveri intende soprattutto i poveri climatici, quelle popolazioni interessate a migrazioni, siccità e carestie; comunità che per esempio - vivono in regioni costiere e sono direttamente investite dal crescente aumento dei mari e per questo dovranno migrare.

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Una marea umana che l'Onu ha prospettato essere attorno ai 300 milioni di persone da qui al 2050. Il programma di Francesco va avanti, legge documenti, riceve visite, prepara discorsi, soprattutto si riposa per riprendersi dalla botta di freddo che lo ha costretto a disdire diversi appuntamenti la scorsa settimana.
In serata il portavoce Bruni ha rassicurato che «il raffreddore ha fatto il suo corso senza sintomi riconducibili ad altre patologie». Il Vaticano non conferma ufficialmente che si è sottoposto per precauzione al tampone per scartare l'ipotesi del coronavirus ma del resto non deve sorprendere, il Papa è sempre stato piuttosto restio a dare informazioni sulla sua salute; è accaduto anche quando si è sottoposto alla operazione di cataratta.
Non lo sapevano nemmeno i suoi collaboratori più stretti. Un aspetto che rinnova un dilemma già presente ai tempi di Papa Wojtyla quando si ammalò di Parkinson e le notizie sulla sua salute cominciarono ad essere filtrate. Alcuni teologi si domandavano a chi appartiene il corpo del Papa, se alla Chiesa oppure al diretto interessato.

IL DIBATTITO
Da qui l'importanza di essere trasparenti. L'era del coronavirus ha riaperto di nuovo questo dibattito mentre la zona del Vaticano è ormai desolatamente vuota come mai era accaduto. Pochissima gente che va e viene, quasi nessuno in giro, l'afflusso dei turisti ai musei vaticani crollato.
La Congregazione della Educazione Cattolica ha dovuto far slittare a novembre un grandissimo appuntamento internazionale previsto per maggio: il Global Compact dell'educazione, una sorta di patto inter-generazionale promosso da Papa Francesco per ravvivare il patto tra le migliori esperienze educative al mondo, illustrate da giovani studenti e studentesse di diverse nazionalità.
Sempre a causa dell'epidemia in corso sono finiti in isolamento precauzionale anche i vertici della chiesa cattolica di Gerusalemme. I protocolli di sicurezza israeliani hanno costretto i due arcivescovi Pizzaballa e Marcuzzo ad entrare in isolamento. Entrambi provenivano dall'Italia dove erano stati per partecipare alla messa del Papa a Bari assieme a 40 mila persone.
Franca Giansoldati
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