Perché non far slittare la Pasqua a maggio o giugno? La proposta viene bocciata anche a Roma

Perché non far slittare la Pasqua a maggio o giugno? La proposta viene bocciata anche a Roma
di Franca Giansoldati
Mercoledì 18 Marzo 2020, 16:45
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Visto che il coronavirus ha costretto le chiese cristiane a chiudere alla gente tutte le celebrazioni pasquali, a qualsiasi latitudine, dall'Africa all'Asia, dall'Europa all'America, un pastore presbiteriano del Ghana ha avanzato una proposta ecumenica che sta rimbalzando anche fuori dal suo paese: perché non celebrare la Pasqua in un altro periodo? Perchè non fare slittare la resurrezione di Cristo?

Il direttore dell'Alleanza del Patrocinio delle Chiese cristiane in Africa, il reverendo Kwabena Opuni Frimpong ha suggerito persino delle nuove date per festeggiare la resurrezione di Cristo in un altro periodo, almeno nel suo Paese. Quello della Pasqua unita e con una unica data valida per tutti i cristiani non è proprio una novità. La faccenda si trascina irrisolta dal Concilio Vaticano II anche perchè da sempre gli ortodossi la celebrano già in un altro momento rispetto ai protestanti o ai cattolici, che seguono il calendario Giuliano.

L'ipotesi del reverendo del Ghana è stata sottoposta al gesuita Ulrich Rodhe, docente di dirotto canonico alla Gregoriana che la ha commentata negativamente. Facendo una premessa importante: «Conosco la proposta del reverendo ma personalmente sono molto scettico. A livello teorico può anche essere possibile se solo il Papa decidesse lo slittamento, ma in questo caso non conosciamo lo sviluppo futuro di questa epidemia e non è detto che a maggio o giugno sia già finita. Infine per noi cattolici ci prepariamo alla liturgia della Pasqua con 40 giorni di quaresima. In una Pasqua spostata, in via teorica, faremmo un periodo quaresimale di 70 o 100 giorni, e questo porrebbe problemi anche dal punto di vista liturgico. Infine c'è da dire che la Pasqua per celebrare Gesù risorto vale anche quando ci sono periodi brutti come questo, anzi, forse in questi casi è davvero una festa di consolazione». 

Papa Francesco aveva confermato la disponibilità della Chiesa cattolica, già espressa da Paolo VI, di discutere la data della celebrazione della Pasqua perché cattolici e ortodossi la potessero un giorno celebrare assieme. Oggi il tema si ripropone sotto un altro aspetto sotto la spinta del coronavirus. 
 

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