Papa Francesco esorcizza la paura e chiama il Covid «la Signora», evocando la peste nera

Papa Francesco esorcizza la paura e chiama il Covid «la Signora», evocando la peste nera
Papa Francesco esorcizza la paura e chiama il Covid «la Signora», evocando la peste nera
di Franca Giansoldati
Mercoledì 28 Ottobre 2020, 11:31
4 Minuti di Lettura

Città del Vaticano – Sembra scherzarci sopra, il Papa. Forse per esorcizzare la paura. Il Covid all'udienza lo ha chiamato “la Signora”, utilizzando una metafora ben nota che rimanda ad una altra epidemia terribile, la peste nera. Un flagello che nel medio evo decimò interi popoli ed è raffigurata nella iconografia classica come una donna che miete vittime senza fare distinzioni di sorta, colpendo uomini e donne, vecchi e giovani, di ogni classe sociale. Un po' come sta facendo il Covid-19. Francesco rivolgendosi ai fedeli ha parlato di questa situazione globale scusandosi ancora una volta con i pellegrini per i divieti esistenti, non avere contatti ravvicinati, non stringere le mani, non accarezzare i bambini o gli anziani come ha sempre fatto.

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«In questa udienza come abbiamo fatto nelle udienze precedenti io rimarrò qui mi piacerebbe tanto scendere salutare ognuno ma dobbiamo mantenere le distanze perché se io scendo subito si fa un assembramento per salutare e questo è contro le cure le precauzioni che dobbiamo avere davanti a questa Signora che si chiama Covid e ci fa tanto male». 

«Per questo scusatemi se non scendo a salutarvi vi saluto da qui ma vi porto nel cuore a tutti e voi portatemi nel cuore, a distanza si può pregare l'uno per l'altro e grazie per la comprensione».

Al termine della udienza ha condannato la strage dei bambini avvenuta in Camerun e, indirettamente, ha parlato ai polacchi sul tema dell'aborto, in questi giorni al centro di violente proteste contro le chiese dopo la decisione dell'Alta Corte di pronunciarsi in modo ancora più restrittivo sulla legge a favore dell'interruzione volontaria della gravidanza.

«Il 22 ottobre scorso abbiamo celebrato la memoria liturgica di San Giovanni Paolo II, in questo anno centenario della sua nascita.

Egli ha sempre esortato ad un amore privilegiato per gli ultimi e gli indifesi e per la tutela di ogni essere umano, dal concepimento fino alla morte naturale. Chiedo a Dio di suscitare nei cuori di tutti il rispetto per la vita dei nostri fratelli, specialmente dei più fragili e indifesi, e di dare forza a coloro che la accolgono e se ne prendono cura, anche quando ciò richiede un amore eroico» ha detto.

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