Città del Vaticano - La battaglia sull'eutanasia continua a dividere. La Corte Europea di Strasburgo – la massima corte europea per i diritti dell'uomo - ha stabilito che la morte per eutanasia di una donna belga gravemente affetta da una forma di depressione nel 2012, non ha violato alcun diritto internazionale anche se ha criticato Bruxelles per non aver condotto un'adeguata ispezione del caso. Così la morte di Godelieva de Troyer, una donna di 64 anni affetta da una grave forma di depressione, per la legge belga sull'eutanasia era conforme al diritto alla vita previsto anche se è stata messa in discussione tutta l'indagine successiva. La donna pienamente cosciente, infatti, è morta circondata da amici e parenti e dal figlio, Tom Mortier che successivamente ha presentato un reclamo al tribunale dei diritti, sostenendo che la procedura per l'eutanasia della madre non era stata seguita in modo lineare e che sua madre era stata vittima di un medico troppo zelante. Mortier, un professore universitario, ha prima presentato una denuncia penale contro il medico che a suo dire aveva un conflitto di interessi e non aveva seguito la procedura corretta: Poco prima della sua morte, la signora aveva donato 2.500 euro a un'associazione no-profit fondata dal medico Distelmans che sosteneva l'eutanasia e che non sarebbe stato consultato prima della morte della madre.
Il Belgio ha legalizzato l'eutanasia nel 2002, consentendo ai pazienti che soffrono di sofferenze fisiche o psicologiche non curabili e insopportabili di scegliere di porre fine alla propria vita.
In ogni caso la signora De Troyer aveva scritto a entrambi i figli un'email in cui diceva di aver richiesto l'eutanasia. La sorella di Mortier ha risposto all'e-mail dicendo che era triste ma che avrebbe sostenuto la madre. Il fascicolo mostra che i medici della de Troyer l'hanno incoraggiata a coinvolgere ulteriormente i figli, ma lei ha rifiutato.
Secondo le autorità belghe, circa 27.000 persone sono morte per eutanasia da quando la pratica è stata legalizzata 20 anni fa. L'eutanasia è ora legale in cinque Paesi europei: Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania e Spagna. La Svizzera consente il suicidio assistito dal 1942 e altri tre Paesi - Austria, Finlandia e Norvegia - permettono ai pazienti di interrompere i trattamenti che prolungano la vita in caso di malattie incurabili.
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