Vaticano smentisce il premier spagnolo Sanchez: «Mai intervenuti per esumare Franco»

Vaticano smentisce il premier spagnolo Sanchez: «Mai intervenuti per esumare Franco»
di Franca Giansoldati
Martedì 21 Luglio 2020, 16:23 - Ultimo agg. 16:27
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Città del Vaticano – A memoria d'uomo non era mai accaduto che la Santa Sede emettesse un comunicato ufficiale per smentire un Primo ministro e dargli, sostanzialmente, del bugiardo. Peggio di uno schiaffo. «Riguardo alle dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Governo spagnolo, il Signor Pedro Sánchez, nella sua intervista pubblicata l’8 luglio scorso sul quotidiano Corriere della Sera, si precisa che la Santa Sede, sulla questione dell’esumazione di Francisco Franco, ha ribadito in varie occasioni il suo rispetto per la legalità e le decisioni delle autorità governative e giudiziarie competenti, ha sollecitato il dialogo tra la famiglia e il Governo e non si è mai pronunciata sull’opportunità dell’esumazione né sul luogo della sepoltura, perché non rientra nelle sue competenze». 

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All'origine di questa presa di distanza c'è una lunga intervista fatta al capo del Governo di Madrid in cui in un passaggio rivela alcuni passaggi relativi alla discussa esumazione del generale Franco dal memoriale della Valle de Los Caidos. Sanchez, nell'intervista, aveva ribadito che «un dittatore non merita un mausoleo e le sue vittime non possono riposare accanto a lui. Ho agito in modo legale, applicando la legge», aggiungendo subito dopo un particolare che forse avrebbe dovuto rimanere nel silenzio degli accordi diplomatici o delle conversazioni riservate. «Nella Valle de los Caidos c'è una comunità di benedettini che era contrarissima all'esumazione. Ho chiesto l'intervento del Vaticano e tutto si è risolto», facendo intendere che probabilmente l'intervento era avallato da Papa Francesco.
 

IL GIALLO


Il comunicato riapre di fatto un giallo. Già due anni fa il cardinale Pietro Parolin era dovuto intervenire per fare sapere che la Santa Sede non si opponeva alla riesumazione di Franco «se così è deciso dalle autorità competenti». In quel periodo era in corso un furioso dibattito in Spagna sul luogo da individuare per la sepoltura. C'è chi avrebbe voluto che i resti di Franco fossero ospitati in una cattedrale (quella dell'Almudena), chi nella cappella di famiglia, chi, invece, avrebbe voluto lasciarli nel mausoleo della Valle de los Caidos. Parolin era intervenuto, dopo un colloquio con la vice presidente Carmen Calvo, per ripetere che il Vaticano non si era mai pronunciato. 

Il mausoleo della Valle de los Caidos fu fatto costruire dal dittatore tra il 1940 e il 1958 in memoria dei vincitori e dei vinti della Guerra civile spagnola. Il premier Sanchez ha sempre puntato a voler spostare la tomba del dittatore in un posto meno visibile, anche per frenare il flusso dei nostalgici del regime che, di anno in anno, aumentano e spesso si facevano immortalare con saluti romani.

I vescovi spagnoli – la maggior parte dei quali molto conservatori – non hanno mai nascosto le simpatie ad una soluzione di compromesso e ad accogliere i resti di Francisco Franco nella cattedrale.  Ora la salma è stata tumulata nel cimitero Mingorrubio-El Pardo di Madrid, nella cappella di famiglia. 

 

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