Ucraina, il Vaticano si smarca da «certa sinistra anti-americana» e spiega che Francesco lavora per la profezia della pace

Ucraina, il Vaticano si smarca da «certa sinistra anti-americana» e spiega che Francesco lavora per la profezia della pace
Franca Giansoldatidi Franca Giansoldati
Giovedì 13 Luglio 2023, 17:40
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A più di cinquecento giorni di guerra in Ucraina il Vaticano prende le distanze dall'atteggiamento anti-americano di una «certa sinistra» italiana, spiegando che la linea perseguita da Papa Francesco in tutto questo tempo - andando a bussare alle porte del Cremlino, come aveva fatto già dai primi giorni del conflitto, oppure cercando strade più creative per aprire inediti spiragli di dialogo - è sempre stata ispirata a come rendere possibile la delicata trama della pace. Altro che «pacifismo vuoto» come si continua a dire in tanti ambienti. A difendere con forza l'azione diplomatica portata avanti dal pontefice in questo anno e mezzo – spesso spiazzando i suoi stessi collaboratori come quando andò a trovare l'ambasciatore russo presso la Santa Sede nel febbraio dello scorso anno – è stato il suo ministro degli Esteri, monsignor Paul Gallagher al quale, è toccato il compito di una difesa d'ufficio a 360 gradi presentando il volume di Limes, intitolato Lezioni Ucraine. Gallagher ha rimarcato che il Papa ha sottolineato diverse volte la differenza tra aggredito e aggressore in modo chiaro e difficilmente equivocabile. 

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CRITICHE

In un altro passaggio del discorso il ministro degli esteri del Papa ha aggiunto: «Semmai ciò che muove il Santo Padre non è altro che la volontà di rendere possibile il dialogo e la pace, ispirati dal principio che la Chiesa non deve usare la lingua della politica, ma il linguaggio di Gesù» . È perciò ingiusto definire «i tentativi del Vaticano inutili quanto dannosi o qualificare blasfemo l’anti-americanismo vaticano, simile a quello di una certa sinistra italiana». Le azioni intraprese da Bergoglio, dunque, vanno inquadrate non come una vuota retorica di pace, ma come un imperativo morale per fermare questa guerra ingiusta.

E' un conflitto da superare e tutti abbiamo il dovere verso la verità, che è la prima vittima». Inoltre, «l'Ucraina ha diritto a difendersi per la sua esistenza, ed è giusto che sia sostenuta. E' una questione di principio». 

NATO

Naturalmente Gallagher evita di infilarsi nello spinoso dibattito se sia giusto o meno per l'Ucraina entrare nella Nato («non voglio prendere posizione»), tuttavia chiede alla comunità internazionale di riflettere sul bisogno di modificare tanti automatismi che finora non hanno fatto altro che scatenare solo azioni belliche. «La logica della guerra non può continuare a dominare». 

PRECISAZIONE

Gallagher ha definito «incontestabile, ed è anche onesto riconoscerlo, che la reazione degli ucraini alle dichiarazioni di Papa Francesco riflette una profonda delusione. Ciò, infatti, è stato manifestato sia dalle autorità governative ucraine, sia da vari rappresentanti religiosi delle Chiese e delle comunità ecclesiali locali, in alcuni casi anche recentemente». Il riferimento riguardava i recenti colloqui con Zelenski ma anche le riflessioni di monsignor Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco cattolica a Kiev. 

«Le parole e i gesti pubblici del Papa sono dati di fatto e la loro interpretazione può giustamente essere data con libertà e discrezionalità. Tuttavia – ha aggiunto Gallagher - interpretarli come atti di pacifismo vuoto ed espressioni del genere teatrale del pio desiderio non rende giustizia alla visione e alle intenzioni del Santo Padre, che non vuole rassegnarsi alla guerra e si ostina a credere nella pace, invitando tutti a esserne tessitori e artigiani creativi e coraggiosi».

Il Ministro degli esteri del Vaticano sottolinea che non è mai stato nelle intenzioni vaticane chiudere gli occhi «di fronte ai sistematici crimini di guerra da parte dell’esercito e delle autorità russe e mettere sullo stesso piano un paese aggressore con un aggredito”, poi elenca tutte le iniziative avviate sotto il profilo umanitario, la liberazione dei prigionieri, l'accordo dei cereali, il mantenimento della nunziatura di Kiev dove il nunzio non si è mai spostato a Leopoli. Tuttavia non menziona mai al fatto che il Papa finora non abbia mai voluto viaggiare a Kiev (il suo desiderio è di andare anche a Mosca).

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Infine Gallagher ha messo da parte le storiche rivalità con Sant'Egidio, definita nel mondo la piccola Onu di Trastevere e di fatto quasi una diplomazia pontificia parallela, per rendere omaggio alla iniziativa umanitaria in corso volta al rimpatrio dei bambini, che il cardinale Matteo Zuppi sta cercando di rendere possibile a seguito della doppia missione svolta a Kyiv e a Mosca». 

Alla presentazione del volume di Limes, erano al tavolo dei relatori il direttore Lucio Caracciolo, monsignor Liberio Andreatta e Piero Schiavazzi. In sala, seduto in prima fila, c'era il presidente dei Cinquestelle, Conte, pacifista convinto («La nostra posizione è nota – ha detto tempo fa – l’Ucraina è ormai armata di tutto punto abbiamo bisogno di una svolta in direzione del cessate il fuoco e di un negoziato di pace»).

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