Papa Francesco: «Guerra ripugnante e sacrilega», ma evita la condanna esplicita di Putin

Papa Francesco: «Guerra ripugnante e sacrilega», ma evita la condanna esplicita di Putin
Papa Francesco: «Guerra ripugnante e sacrilega», ma evita la condanna esplicita di Putin
di Franca Giansoldati
Domenica 20 Marzo 2022, 13:04
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Città del Vaticano - Papa Francesco all'Angelus urla al microfono di arrestare la «violenta aggressione contro l'Ucraina», la definisce «un massacro insensato che non ha giustificazioni», un «atto sacrilego perchè va a colpire la vita umana» ma, anche stavolta, evita nuovamente di menzionare e condannare esplicitamente la Russia e il presidente Putin. Una evidente auto-censura che sembra rientrare nella linea diplomatica del Vaticano per lasciarsi uno spiraglio di dialogo con Mosca. 

Piazza san Pietro stamattina era gremita di gente e quando il Papa ha usato parole contro la guerra è partito un applauso spontaneo, prolungato e fragoroso. «Non si arresta la violenta aggressione contro l'Ucraina, un massacro insensato dove ogni giorno si ripetono atrocità. Non c'è giustificazione per questo: supplico tutti gli attori della comunità internazionale affinchè si impegnino davvero di far cessare questa guerra ripugnante».

Francesco deplora  che «anche questa settimana missili e bombe si siano abbattuti su civili, anziani, bambini e madre incinte». Ieri ha raccontato di essere andato al Bambin Gesù a trovare dei bambini feriti: «uno ha perso un braccio, l'altro è ferito alla testa, sono bambini innocenti. Penso anche ai milioni di rifugiati ucraini che devono fuggire lasciandosi indietro tutto, ma c'è anche chi non ha nemmeno la possibilità di scappare.

Penso ai tanti nonni ammalati e poveri, ora separati dai propri familiari, e ai tanti  bambini fragili che restano a morire sotto le bombe senza poter ricevere aiuto e nemmeno sicurezza nei rifugi anti aerei: tutto questo è disumano anzi è sacrilego perchè va contro la sacralità della vita umana». 

Un ringraziamento Bergoglio lo riserva ai preti e ai vescovi che sono rimasti nelle città colpite per dare conforto alla gente, compreso il nunzio apostolico, monsignor Visvaldas Kulbokas, attivo sul fronte umanitario e in collegamento diretto con il pontefice. «Ogni giorno mi rende vicino al martoriato popolo ucraino».

La speranza è che finita l'emergenza le persone che hanno perso tutto possano continuare ad avere aiuto dagli europei. «Non abituiamoci alla guerra e alla violenza, non stanchiamoci di accogliere con generosità, non solo ora come si sta facendo ma anche dopo, quando l'abitudine tende a raffreddare un po' il cuore».

Papa Francesco lancia poi l'allarme del racket e della tratta degli esseri umani che si sta affacciando drammatica al confine tra la Polonia, la Moldavia, la Romania e l'Ucraina. «Pensiamo a queste donne e questi bambini, senza lavoro, separate dai mariti, saranno cercate dagli avvoltoi. Proteggiamole per favore».

Prendendo spunto dal passo del Vangelo che parla di alcuni fatti di cronaca accaduti ai tempi di Gesù, Francesco chiarisce che quello che sta accadendo non è di certo colpa di Dio. «Quando la cronaca nera ci opprime e ci sentiamo impotenti dinanzi al male, spesso viene da chiedersi: si tratta forse di un castigo di Dio? È Lui a mandare una guerra o una pandemia per punirci dei nostri peccati? E perché il Signore non interviene? Dobbiamo stare attenti: quando il male ci opprime rischiamo di perdere lucidità e, per trovare una risposta facile a quanto non riusciamo a spiegarci, finiamo per incolpare Dio. Quante volte attribuiamo a Lui le nostre disgrazie e le sventure del mondo, a Lui che, invece, ci lascia sempre liberi e dunque non interviene mai imponendosi, solo proponendosi». Il Papa ricorda che Dio offre sempre una seconda possibilità all'uomo, aspettando con pazienza e offrendo misericordia.

A oggi più di 3,3 milioni di rifugiati sono fuggiti dall'Ucraina dopo l'invasione russa secondo un calcolo aggiornato fatto dalle Nazioni Unite, mentre quasi 6,5 milioni di persone sono ritenute essere sfollate internamente. L'agenzia per i rifugiati UNHCR ha precisato che 3.328.692 ucraini hanno lasciato il paese dall'inizio della guerra, scoppiata il 24 febbraio. Altri 58.030 si sono uniti all'esodo dalla precedente stima di venerdì. 

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