Papa Francesco annuncia in ucraino: «Cristo è risorto», in basilica anche il sindaco che era stato rapito dai russi

Papa Francesco annuncia in ucraino: «Cristo è risorto», in basilica anche il sindaco che era stato rapito dai russi
di Franca Giansoldati
Sabato 16 Aprile 2022, 22:43
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Città del Vaticano – Seduto tra i primi banchi della basilica vaticana, giacca scura e camicia bianca aperta, ieri sera alla Veglia Pasquale - il bellissimo rito della luce - c'era anche il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov. Indossava una mascherina come l'ambasciatore ucraino presso il Vaticano, Andrii Yurash. «In questo buio che voi vivete, signor sindaco, signori e signore parlamentari, il buio oscuro della guerra e della crudeltà, tutti noi preghiamo con voi questa notte, preghiamo per tante sofferenze. Noi soltanto possiamo darvi la nostra compagnia, la nostra preghiera e dirvi coraggio e vi accompagniamo. Possiamo anche dirvi la cosa piu' grande che oggi si celebra: Cristo e' risorto». Papa Francesco ha pronunciato queste ultime parole – Cristo è risorto - in ucraino, guardando verso i banchi dove aveva preso posto la delegazione composta da tre parlamentari, oltre all'ambasciatore e al giovane sindaco rapito per sei giorni dai russi agli inizi del conflitto e poi rilasciato per uno scambio con prigionieri russi.

Poche ore prima Ivan Fedorov aveva avuto modo di raccontare al cardinale Pietro Parolin la sua vicenda, il modo in cui è stato rapito e la tensione fortissima psicologica che ha dovuto sopportare. «Sono stato trascinato via con un sacco sulla testa mentre ero nel mio ufficio».

L'incontro con il segretario di Stato è servito agli ucraini per aggiornare la Santa Sede sulla disastrosa situazione umanitaria nel paese: è stato fatto presente il bisogno che ha Kiev di solidarietà e l'urgenza di potersi difendere dalla nuova offensiva che starebbe preparando la Russia. Inoltre hanno parlato dei crimini di guerra che continuano ad emergere evidenti nei territori che i russi hanno lasciato nelle zone attorno alla capitale. Tra gli argomenti non poteva mancare la dibattuta questione della Via Crucis, con la presenza al Colosseo di una donna russa e una donna ucraina, senza alcuna distinzione tra aggredito e aggressore. L'ambasciatore su Twitter ha sottolineato di avere apprezzato il cambiamento del testo che il Papa ha deciso di apportare durante la processione. Come dire che la questione è chiusa. Il Papa ha ripetuto che bisogna portare Gesù nella vita di tutti i giorni «con gesti di pace in questo tempo segnato dagli orrori della guerra; con opere di riconciliazione nelle relazioni spezzate e di compassione verso chi è nel bisogno; con azioni di giustizia in mezzo alle disuguaglianze e di verità in mezzo alle menzogne. E, soprattutto, con opere di amore e di fraternità».

Il male al ginocchio che da mesi tormenta Francesco lo ha costretto a non celebrare la veglia pasquale, ma ad affidarla al cardinale Re. Lui è rimasto seduto su uno scranno, leggendo l'omelia e battezzando personalmente sei catecumeni.

Nei giorni scorsi il Papa ha dovuto saltare la processione delle Palme, non è riuscito a genuflettersi durante la lavanda dei piedi, ha evitato di prostrarsi durante il rito della Passio e, stasera, nella basilica di San Pietro, non ha potuto prendere parte come celebrante alla Veglia Pasquale, uno dei riti della settimana santa maggiormente simbolici. Papa Francesco è rimasto seduto davanti all'altare, su uno scranno. La celebrazione dell'antico rito lo ha affidato al cardinale Re mentre lui si è riservato di pronunciare una lunga omelia e ha battezzato sette catecumeni. 

Da tempo soffre per via di un ginocchio malandato. Ai giornalisti in aereo ha detto di essere inoperabile. Il male a volte persiste al punto di non consentirgli più i normali movimenti e così è costretto a restare seduto e spesso si scusa con gli ospiti, scherzandoci sopra: E' un male da vecchi. 

Di ritorno a Malta (dove in aereo per salire aveva fatto uso di un ascensore) ha detto che la sua salute è capricciosa, c’è questo problema al ginocchio che tira fuori problemi di camminamento. E’ fastidioso ma va migliorando. Almeno così posso viaggiare, fino a due settimane fa non potevo fare nulla. Sta andando meglio, ma a questa età non si sa come può finire la partita”, aveva detto una settimana fa il Santo Padre ai giornalisti che lo avevano accompagnato sul volo papale di ritorno da Malta.

Il 4 luglio scorso, a sorpresa e senza nessuno preavviso o indiscrezione autorevole, la Sala stampa vaticana aveva diffuso un breve comunicato per informare che Papa Francesco era al Policlinico Gemelli per un intervento chirurgico programmato per una stenosi diverticolare sintomatica del colon. L'intervento chirurgico è stato eseguito dal professor Sergio Alfieri. Che poi è diventato il suo medico di riferimento. 

Per tutta la durata della degenza non è mai stato diramato dall'ospedale un vero bollettino medico, ma solo una succinta comunicazione affidata alla sala stampa vaticana e non firmata da nessun medico. 

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