Usa, niente comunione a Biden: il documento dei vescovi. Dietro c'è la sfida al Papa

Usa, niente comunione a Biden: il documento dei vescovi. Dietro c'è la sfida al Papa
Usa, niente comunione a Biden: il documento dei vescovi. Dietro c'è la sfida al Papa
di Flavio Pompetti
Sabato 19 Giugno 2021, 06:33 - Ultimo agg. 20 Giugno, 10:04
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Niente più comunione per il presidente degli Usa Joe Biden, così come per gli altri personaggi pubblici di spicco che non aderiscono al dettame fondamentale della chiesa cattolica. La conferenza dei vescovi negli Stati Uniti ha deciso di definire con uno scritto quali devono essere le linee di «coerenza eucaristica» alle quali devono rispondere i fedeli più in vista nella comunità culturale, in quelle della politica e dello spettacolo, per continuare ad avere accesso al sacramento. Lo ha fatto nonostante il monito emesso dal Vaticano che incoraggiava ad evitare di esprimere un orientamento in materia, e al termine di tre giorni di dibattito acceso, e spesso rivelatore dei risvolti politici che la decisione implica.

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L'iniziativa di compilare il documento è stata votata dal 72% dei 433 prelati (155 contro 55, con 6 astenuti), tra quelli ancora in carica e quelli che sono in pensione.

Se la stessa percentuale voterà lo scritto una volta compilato il prossimo novembre, la direttiva sarà adottata da tutte le diocesi degli Stati Uniti. Le disposizioni non saranno vincolanti. Quando la stessa questione fu proposta nel 2004, la conferenza a grande maggioranza (183 voti contro sei) decise di non decidere, e lasciò che fossero i singoli vescovi a scegliere caso per caso se e a chi continuare ad amministrare il sacramento. Il cardinale Wilton Gregory ad esempio, che è arcivescovo della comunità di Washington, ha già detto ripetute volte in passato che non intende negare la comunione a Joe Biden, uno dei più ferventi cattolici ad aver mai abitato la Casa Bianca. Ora che la questione è tornata in primo piano comunque, e con il dibattito destinato ad arroventarsi ulteriormente in vista del voto finale che si terrà a novembre, la spaccatura evidenziata dal confronto degli scorsi giorni continuerà ad approfondirsi, e avrà un influenza determinante sul parallelo percorso politico in vista delle elezioni di metà mandato del 2024. Biden non è l'oggetto specifico del provvedimento. Ne è coinvolto per le posizioni a favore del diritto di scelta delle donne in caso di aborto che ha sempre patrocinato nel corso della sua carriera politica. La nuova composizione della corte Suprema, sbilanciata da una forte maggioranza di giudici conservatori, ha rinfocolato la speranza del movimento antiabortista che da decenni si batte per far revocare il parere espresso dalla consulta nel gennaio del 1973 in merito al processo «Roe contro Wade», quello che aprì al tempo le porte degli ospedali alla pratica dell'interruzione della gravidanza. Il movimento conservatore all'interno della chiesa statunitense ha appoggiato la campagna che sembra in grado di ricompattare le file dell'ortodossia religiosa, a loro giudizio compromessa da decenni di eccessivo permissivismo da parte delle autorità religiose, e negli ultimi anni minacciata dal liberismo ideologico che i conservatori attribuiscono a Papa Francesco.

LA DISCUSSIONE
Il partito repubblicano che dopo la sconfitta di Trump è alla ricerca di una nuova leva per rilanciare l'immagine del partito, è ben felice di sposare la causa, e di chiedere sulla base dell'attacco finale all'aborto il consenso delle urne per il 2024. I risvolti politici sono emersi fin dall'inizio della discussione nel seno della conferenza episcopale, quando l'ex vescovo di San Angelo in Texas Michael Pfeipfer ha chiesto ai colleghi di concentrarsi sulle «iniziative a favore dell'aborto del nostro presidente, specialmente quella che riguarda l'infanticidio». Biden naturalmente non ha mai proposto o firmato provvedimenti che riguardano l'infanticidio, ma la bufala circola liberamente nei siti oltranzisti che alimentano il calore del dibattito. Il voto finale sulla questione il prossimo novembre non ha un esito scontato. Più probabile è la frattura che provocherà all'interno della comunità cattolica, la quale rappresenta un quarto dell'elettorato nazionale negli Stati Uniti.
 

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