Don Gigi, monsignore con lo zaino in spalla, dopo 25 anni lascia il Vaticano e torna a Bergamo

Don Gigi, monsignore con lo zaino in spalla, dopo 25 anni lascia il Vaticano e torna a Bergamo
di Franca Giansoldati
Domenica 9 Maggio 2021, 18:23
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Città del Vaticano – Ha realizzato pozzi per l'acqua potabile in Africa, fognature negli slum peruviani, un asilo in una zona poverissima del Vietnam, istituito centinaia di adozioni a distanza per sostenere famiglie messicane decimate dai narcos, ha ricostruito la chiesa a Garissa violentata dai terroristi islamici, ha salvato decine di bambine keniote dal destino della infibulazione e regalato macchinari per la respirazione da usare nell'ospedale di Bergamo durante la prima ondata di Covid. E' lunghissino l'elenco delle cose che ha realizzato don Luigi Ginami mentre lavorava in Vaticano. 

Ora, dopo 25 anni di servizio ai piani alti della Santa Sede, questo prete di origine bergamasca torna nella sua diocesi di origine, Bergamo, per dedicarsi totalmente alla Fondazione Santina da lui fondata.

Una organizzazione umanitaria  che prende il nome della defunta madre, grazie alla quale ha potuto realizzare nel mondo più di trenta microprogetti in zone desolate. Slum, villaggi di frontiera, aree ad alto rischio di criminialità.

Zaino in spalla, pochi oggetti dentro, il vangelo e il biglietto dell'aereo di ritorno. Don Gigi prima di ogni viaggio raccoglieva denaro necessario per il progetto vendendo nelle parrocchie e on line i libri da lui scritti sulle sue imprese (spesso rischiose) di prete di strada, un po' globe trotter un po' diplomatico. E' così che don Gigi Ginami, in questi ultimi dieci anni, è riuscito a potare a termine decine di progetti, alternando il lavoro d'ufficio in Segreteria di Stato e le missioni mentre era in ferie. Poi quando tornava a Roma e riprendeva il clergyman e la vita del funzionario vaticano, spesso sperimentando anche i malanni del viaggiatore, febbri improvvise, un inizio di malaria, persino morsi di animali velenosi.

L'annuncio del ritorno a Bergamo è stato dato con un messaggio social, sull'account della Fondazione Santina: «Con il cuore pieno di gioia ti annuncio che in data 1 luglio 2021 rientrerò nella mia Diocesi di Bergamo per un bellissimo nuovo incarico e per seguire con ancor più passione Fondazione Santina e l' Associazione! Sono felicissimo e senza il minimo rimpianto per il servizio che termino. Sono riconoscente a Dio per la Carità che ho potuto svolgere durante questi anni ed il mio lungo servizio presso ufficio informazioni e documentazione della Segreteria di Stato. Ti attendo a bergamo  per un buon caffè e una cena in piazza Vecchia». 

Don Gigi è contento di tornare casa. «Ho avuto il privilegio di affacciarmi a una grande finestra sul mondo, essere a stretto contatto con la stampa, conoscere tanti giornalisti italiani e stranieri, con molti dei quali è nata una bella amicizia». Alcuni di loro sono stati anche coinvolti nei suoi instant book solidali, i libretti della collana Volti di speranza (Edizioni Messaggero Padova) realizzati come resoconti puntuali, in presa diretta, dei suoi viaggi di solidarietà in giro per il mondo e diventati anche preziosi strumenti di catechesi nelle parrocchie. 

Ed è alla Fondazione Santina, da lui creata e presieduta, intitolata a sua madre Santina Zucchinelli, che don Gigi si dedicherà a tempo pieno nel prossimo futuro. Del resto, per capire chi è monsignor Ginami, più che le parole basta una fotografia: uno scatto che lo ritrae vestito in talare filettata, piegato a sollevare la ruota danneggiata di un camioncino sulle Ande peruviane. Don Gigi ride nel ripensare a quell’ immagine: «Eravamo in Perù, stavamo andando all'inagurazione di una chiesa, San Michele Arcangelo, in un piccolo villaggio sulle sponde del lago Titicaca, a 4.100 metri di altitudine. Ad un certo punto, lungo il percorso, una ruota del camioncino è andata fuori strada e siamo rimasti bloccati. Così anche io, già tutto pronto per la celebrazione della messa, sono sceso e ho aiutato a sollevare la ruota. In quel momento mi hanno scattato la foto». Il prossimo viaggio è a Puerto Maldonado dove andrà a controllare che il nuovo seminario sia alle battue finali, un progetto finanziato con il sostegno della Caritas diocesana di Bergamo. Puerto Maldonado è la porta della foresta amazzonica peruviana, un luogo estremo che ha visitato anche Papa Francesco 5 anni fa.  

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