Ordine di Malta, Papa Francesco accelera la svolta: diritto di voto alle Dame e Gran Maestro non più a vita

Ordine di Malta, Papa Francesco accelera la svolta: diritto di voto alle Dame e Gran Maestro non più a vita
Ordine di Malta, Papa Francesco accelera la svolta: diritto di voto alle Dame e Gran Maestro non più a vita
di Franca Giansoldati
Sabato 3 Settembre 2022, 18:45 - Ultimo agg. 18:46
4 Minuti di Lettura

Città del Vaticano – Il prossimo Gran Maestro dell'Ordine di Malta, il più antico ordine cavalleresco del mondo, riconosciuto dalla Santa Sede e soggetto di diritto internazionale, la cui origine risale ai tempi delle crociate, nel marzo 2023 verrà eletto anche dalle donne alle quali è stato riconosciuto in modo definitivo il diritto di voto. Per le Dame non si tratta più una concessione benevola, dovuta a una interpretazione ambigua a una vecchia norma come accadeva nel passato. Per la prima volta sono così state incluse tra i “membri” del corpo elettorale senza alcuna distinzione di genere, anche se qualcuna di loro ricopre già cariche rappresentative e ha preso parte a precedenti elezioni. 

Giovanni Paolo I beato, Parolin: «Basta fake news su di lui». Domani proclamazione a San Pietro

La svolta democratica

Da tempo Papa Francesco sta lavorando per ridare all'Ordine nuovo smalto, renderlo meno autoreferenziale e più vicino alla missione spirituale del fondatore, il beato Gerardo. La svolta democratica è maturata in questa cornice che prevede, tra l'altro, diverse importanti novità. La più rilevante riguarda la figura del Gran Maestro che non sarà più eletto a vita come è sempre stato e non sarà necessariamente nobile, anche se dovrà essere un “Fra”, un cavaliere-monaco caratterizzato dal rispetto dei voti perpetui di povertà, castità e obbedienza.

«Questa figura potrà restare in carica solo dieci anni con un limite di età fissato agli 85 anni» hanno spiegato i cardinali Gianfranco Ghirlanda e Silvano Tomasi, i due referenti ai quali il pontefice si è affidato per ridisegnare gli equilibri interni, ma soprattutto per riportare un po' di pace.

Da anni questa realtà internazionale è lacerata  da una lotta intestina tra fazioni contrapposte, da una governance definita dallo stesso pontefice opaca e da una incrostazione di potere da parte di una élite sorda a ogni rinnovamento spirituale. «Adesso si dovrà cercare unità e un percorso condiviso».

La nuova carta costituzionale

Intanto con un atto senza precedenti stamattina Papa Francesco dopo avere approvato la nuova carta costituzionale, ha dato lettura di un decreto con il quale ha revocato tutte le cariche finora in vigore, nominando una nuova dirigenza che resterà in carica il tempo necessario per convocare un Capitolo straordinario fissato al 25 gennaio.  Se tutto andrà secondo le previsioni porterà alle elezioni di un nuovo Gran Maestro per la fine di marzo. Dopo quasi vent'anni termina così il governo del potentissimo cavaliere tedesco Albrech von Boeselager, fino a stamattina Gran Cancelliere. Al suo posto Bergoglio ha scelto l'italiano Riccardo Paternò di Montecupo, assieme al Grande Ospedaliere, Alessandro de Franciscis, a Fabrizio Colonna e a Emmanuel Rousseau.

A più riprese, in questi ultimi mesi, non sono mancate vibranti proteste al Vaticano, tutte fomentate dall'ala tedesca, quella più restia a ogni cambiamento. «Ho seguito con sollecitudine e premura in questi anni il cammino che avete fatto, apprezzando le opere realizzate nel mondo, ma constato la necessità di avviare un profondo rinnovamento spirituale, morale e istituzionale di tutti i membri» ha spiegato Francesco durante l'udienza ai vertici dell'Ordine di Malta, dando contemporanea lettura del decreto e aggiungendo, a proposito della riforma in atto, che finora sono stati molti i passi compiuti «ma altrettanti gli impedimenti e le difficoltà incontrati lungo il cammino».

«Dopo aver ascoltato e dialogato con vari rappresentanti dell’Ordine, è giunto il momento di portare a termine il processo di rinnovamento avviato, nella fedeltà al carisma originario». Dietro queste parole non è difficile intravedere le proteste e i colpi bassi, le lettere anonime e persino le congiure di palazzo che, sei anni fa, hanno portato, in drammatiche circostanze, alle dimissioni forzate dell'ex Gran Maestro Matthew Festing – ora defunto - finito in disgrazia solo per avere denunciato anomalie gestionali e aver chiesto un passo indietro a Boeselager. 

Nel frattempo lo spettro di una nuova costituzione - più democratica e trasparente - aveva continuato ad alimentare veleni. L'ultimo atto risale al mese scorso quando una manciata di cavalieri avevano pubblicato una lettera aperta per denunciare il tentativo del Papa di imbavagliare l'Ordine di Malta. La risposta chiarificatrice e definitiva, basata sulla giurisprudenza, è stata fornita dallo stesso Bergoglio che a stretto giro ha rammentato che le prerogative dell'Ordine come soggetto di diritto internazionale dipendono dalla Santa Sede. Il che significa che tutti i membri devono essere sempre moralmente impeccabili, occuparsi dei poveri e non essere attaccati nè alle poltrone, nè al potere. «Le due qualità di ordine sovrano e ordine religioso sono intimamente connesse tra di loro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA