Papa Francesco: «L'incontro con l'Ayatollah Al Sistani mi ha fatto bene all'anima, è una luce»

Papa Francesco: «L'incontro con l'Ayatollah Al Sistani mi ha fatto bene all'anima, è una luce»
di Franca Giansoldati
Lunedì 8 Marzo 2021, 17:09 - Ultimo agg. 17:15
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 Città del Vaticano – Proprio mentre Papa Francesco atterrava a Roma, il presidente americano Biden commentava che la «visita storica» in Iraq del pontefice ha rappresentato a un «momento importante per lanciare il messaggio che la fraternità è più duratura del fratricidio». Non appena sceso dall'aereo il Papa è andato a portare un mazzo di fiori che si era portato da Baghdad davanti alla Madonna nella basilica di Santa Maria Maggiore. In volo ai giornalisti ha parlato tanto di questa esperienza che lo ha fatto «rivere» dopo la «prigione» di Santa Marta. Ha riferito che uno dei momenti che lo hanno più toccato è stato l'incontro con l'Ayatollah sciita Al Sistani. Lo ha descritto come un santo: «mi ha fatto bene all'anima questo incontro. E' una luce». 

Di lui ha detto che «è un uomo umile e saggio.

Questi saggi sono dappertutto perché la saggezza di Dio è stata sparsa in tutto il mondo. Succede lo stesso con i santi che non sono solo coloro che sono sugli altari, ma sono i santi di tutti i giorni, quelli della porta accanto. Santi uomini e donne che vivono la loro fede, qualsiasi essa sia, con coerenza, che vivono i valori umani con coerenza, la fratellanza con coerenza».

 

Ha spiegato che il dialogo con l'Islam che ha intrapreso anche con il documento  firmato con i sunniti ad Abu Dhabi non è di certo un capriccio, ma il frutto di un lungo cammino meditato. Cosa che farà anche con gli sciiti. «E' importante il cammino della fratellanza».

Ha poi toccato il tema delle migrazioni e la possibilità delle persone che fuggono dalla guerra di migrare. «Il mondo ancora non ha preso coscienza che la migrazione è un diritto umano. L’altra volta mi diceva un sociologo italiano parlando dell’inverno demografico in Italia: entro 40 anni dovremo importare stranieri perché lavorino e paghino le tasse delle nostre pensioni. Voi francesi siete stati più furbi, avete avanzato dieci anni, con la legge del sostegno alla famiglia, il livello di crescita è molto grande» ha risposto ad un giornalista francese.

Sui viaggi. In Argentina ha detto che andrà non appena ci saranno le condizioni. Ci ha scherzato persino sopra. «Ci sono stato 76 anni è sufficiente no? In ogni caso non voglio che non si facciano fantasie di patriafobia, quando ci sarà l'opportunità si potrà fare». Poi si è fatto serio: «Non so se i viaggi si realizzeranno o no, solo vi confesso che in questo viaggio mi sono stancato molto di più che negli altri. 84 anni non vengono soli, è una conseguenza ma vedremo, Adesso dovrò andare in Ungheria alla Messa finale del Congresso Eucaristico internazionale, non una visita al Paese, ma alla messa. Ma Budapest è due ore di macchina da Bratislava, perché non fare una visita in Slovacchia? È così che vengono le cose».

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Prendere la decisione di andare in Iraq è stato anche un processo interiore. «Come ho detto precedentemente, i viaggi si cucinano nel tempo nella mia coscienza e questa è una delle cose che più mi faceva forza, forza. Ho pensato tanto, ho pregato tanto su questo e alla fine ho preso la decisione liberamente, ma che veramente veniva da dentro». 

Nel colloquio con la stampa è tornato ancorai sulle migrazioni. «L’integrazione del migrante - ha detto - è chiara. Due aneddoti: pensiamo al Belgio, i terroristi erano belgi, nati in Belgio ma non integrati. L’altro esempio, sono andato in Svezia, quando mi sono congedato dal Paese il ministro aveva una fisionomia speciale, non tipica svedese. Era figlia di un migrante e una svedese, ma così integrata che è diventata ministro. Pensiamo queste due cose».

 Il Covid e il periodo della pandemia che lo ha costretto a Santa Marta senza il contatto con la gente in questo anno gli è pesato molto. «Mi sento diverso quando sono lontano dalla gente, io vorrei ricominciare le udienze generali. Speriamo che ci siano le condizioni ma in questo seguirò le norme delle autorità, loro sono i responsabile e hanno la grazia di Dio per aiutarci, ci piaccia o non ci piaccia. Per ora ho cominciato in piazza con l’Angelus, a distanza si può fare. C'è una proposta relativa a piccole udienze generali ma non ho anora deciso finché non si vede chiaro lo sviluppo della situazione, ma dopo questi mesi di prigione, perché davvero mi sentivo un po’ imprigionato, questo viaggio per me è stato come rivivere, rivivere perché è toccare la Chiesa, il santo popolo di Dio, tutti i popoli».

Infine un elogio alle donne nel giorno della loro festa. «Dobbiamo lottare per la dignita' delle donne, sono coloro che portano avanti la storia» e questo «non e' una esagerazione. Le donne sono piu' coraggiose degli uomini e la donna anche oggi e' umiliata». Ha ricordato quello che è accaduto a Mosul, con la vendita di donne al mercato. «Non ci potevo credere». E ha aggiunto: «Le donne si vendono e si schiavizzano anche nel centro di Roma».

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