Amnesty scrive a Papa Francesco: «In Barhein aiuti i prigionieri di coscienza, non sia strumento della propaganda del regime»

Amnesty scrive a Papa Francesco: «In Barhein aiuti i prigionieri di coscienza, non sia strumento della propaganda del regime»
di Franca Giansoldati
Mercoledì 26 Ottobre 2022, 17:08
4 Minuti di Lettura

Città del Vaticano - Santità non si faccia strumentalizzare. «Undici anni dopo la rivolta popolare che ha scosso il Bahrein, e sotto la fanfara delle riforme successive, i prigionieri di coscienza rimangono dietro le sbarre e i diritti alla libertà di espressione e associazione continuano a essere repressi». Inizia così la lettera che Amnesty e una ong chiamata ADHRB che segue il tema dei diritti umani in Barhein hanno scritto a Papa Francesco, alla vigilia del suo imminente viaggio nel paese arabo dove andrà per un summit inter religioso e per ravvivare il documento sulla Fratellanza universale firmato con l'Islam. 

A distanza di undici anni, le autorità bahreinite sono riuscite ad eliminare ogni spazio per l'esercizio pacifico del diritto alla libertà di espressione: hanno messo fuori legge i principali partiti politici e gruppi sociali, compresi quelli che fino al 2011 erano legalmente riconosciuti e dialogavano con il governo. 

Nella lettera Amnesty spiega che dal rapporto del 2011 di OHCHR, redatto a seguito delle manifestazioni pacifiche avvenute sull’onda della Primavera Araba, gli agenti di sicurezza hanno «attaccato le minoranze musulmane, in particolare la comunità sciita.

Dal 2011, in totale circa 38 moschee sciite sono state distrutte in tutto il Regno del Bahrein e ad oggi, alla vigilia delle elezioni parlamentari nel Paese che si terranno il 12 novembre 2022, persiste la cronica sotto-rappresentazione della comunità sciita all’interno del governo e non resta alcun leader di opposizione a livello nazionale che non sia stato detenuto o imprigionato». 

L'appello a Papa Francesco è di fare presente alle autorità i casi dei prigionieri ancora detenuti per reati di coscienza, chiedendo per loro la grazia. Amnesty si dice preoccupata perchè il viaggio del pontefice nato per motivi inter-religiosi e per rafforzare il dialogo con il mondo islamico in realtà non migliorerebbe in alcun modo la vita della minoranza sciita e anzi, sarebbe solo un «tentativo da parte della casa regnante di legittimare le proprie azioni con il beneplacito del pontefice. Il Papa non può essere strumento di propaganda e, nella nostra opinione, non deve offrire la sua amicizia a tale regime».

Papa Francesco partirà per il Regno del Bahrein il 3 novembre (fino al 6), visitando le città di Manama e Awali in occasione del “Forum for dialogue: East and West for human coexistence, il forum sul dialogo dedicato alla coesistenza umana tra Oriente e Occidente. Sarà il primo Pontefice a visitare il piccolo Stato arabo, diventato regno nel 2002 da emirato che era, e organizzato come monarchia costituzionale guidata dalla famiglia Al Khalifa. Il re è Hamad bin Isa Al Khalifa, mentre Salman bin Hamad Al Khalifail, l’erede al trono, è primo ministro. Nel paese i cristiani rappresentano circa il 10% degli abitanti, per un totale di 180mila (in larga parte stranieri), di cui 140mila cattolici. 

Durante il viaggio, Francesco visiterà due città: la capitale Manama e Awali, dove il 10 dicembre 2021 è stata consacrata la cattedrale di Nostra Signora d’Arabia, patrona del Golfo Persico. La prima pietra della cattedrale era stata donata da papa Francesco: era un mattone della Porta Santa della Basilica di San Pietro per l’Anno Santo della redenzione (1983-1984).

© RIPRODUZIONE RISERVATA