Papa Francesco si mobilita per la COP27, gli accordi climatici a rischio a causa della crisi energetica

Papa Francesco, autore della prima enciclica verde, insiste molto sul bisogno di promuovere una rivoluzione dal basso

Papa Francesco mentre riceve un libro sulla enciclica Laudato Si
Papa Francesco mentre riceve un libro sulla enciclica Laudato Si
di Franca Giansoldati
Mercoledì 31 Agosto 2022, 13:20 - Ultimo agg. 1 Settembre, 10:51
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Città del Vaticano – Papa Francesco corre in soccorso della COP27, la conferenza sul clima che si terrà a Sharm el-Sheikh a novembre: un appuntamento cruciale in cui si parlerà di come far avanzare gli sforzi mondiali nella lotta al riscaldamento climatico nonostante la crisi energetica che la guerra in Ucraina sta costringendo molte nazioni a ritornare ai combustibili fossili e, in alcuni casi, a riaprire le centrali a carbone altamente inquinanti. All'udienza generale di stamattina, dopo la catechesi, il pensiero di Papa Bergoglio è volato alla nostra casa comune – il pianeta terra - ricordando la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato che ricorre il primo settembre: «Preghiamo affinché i vertici Cop27 e Cop15 dell’Onu possano unire la famiglia umana nell’affrontare decisamente la doppia crisi del clima e della riduzione della biodiversità».

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La sua preghiera letta in filigrana riassume le preoccupazioni di chi teme che la Cop27 possa far fare un passo indietro a tante nazioni (Cina, India, Russia, Usa) dopo che con la Cop26 avevano trovato un accordo per una tabella di marcia diversificata verso la neutralità climatica: Europa e Usa (2050), Cina e Russia (2060) e India (2070).

La guerra scatenata dalla Russia contro l'Ucraina e la tempesta energetica sull'Europa di fatto stanno cambiando l'orizzonte di riferimento poiché la transizione energetica immaginata dalla Ue risulta ormai subordinata ad una complessa partita geopolitica e strategica legata alle sfide tra Mosca e Occidente.

Il dibattito che in questi mesi ha preso piede in molti paesi europei (Germania, Polonia, Ungheria) include la tentazione di promuovere in autonomia una propria agenda climatica ed energetica facendo di nuovo spostare il baricentro sugli investimenti sui fossili, come è stato anche testimoniato da una eloquente lettera ai propri azionisti da parte del maggiore fondo di investimenti al mondo, Blackrock.


Papa Francesco, autore della prima enciclica verde, insiste molto sul bisogno di promuovere una rivoluzione dal basso (destinatari non solo il miliardo e 200 milioni di cattolici al mondo ma tutte le persone di buona volontà) per di modificare i singoli comportamenti, fino ad arrivare ad un movimento globale e internazionale capace di incidere e influenzare le politiche degli stati. «Discernere è un atto importante che riguarda tutti, perché le scelte sono parte essenziale della vita” ha detto il Papa, aggiungendo che “si sceglie un cibo, un vestito, un percorso di studi, un lavoro, una relazione. In tutto questo si concretizza un progetto di vita, e anche la nostra relazione con Dio». 

Nella enciclica green si sottolinea l'importanza di una nuova coscienza ecologica e il bisogno di rafforzare il discernimento personale che “si presenta come un esercizio di intelligenza, di perizia e anche di volontà, per cogliere il momento favorevole: queste sono condizioni per operare una buona scelta” ha detto alla udienza.

«In balia dei nostri eccessi consumistici – è stato il grido d’allarme del Papa – la nostra sorella madre terra geme e ci implora di fermare i nostri abusi e la sua distruzione. Preghiamo affinché i vertici Cop 27 e Cop15 possano unire la famiglia umana nell’affrontare decisamente la doppia crisi del clima e della distruzione della biodiversità».

La Laudato si' contiene un appello a un cambiamento di consapevolezza e di concezione del mondo legata al concetto della ecologia integrale, dove tutto è collegato, e dove la sostenibilità ambientale e la giustizia sociale sono inseparabili. «Un approccio veramente ecologico diventa un approccio sociale, deve mettere le questioni della giustizia nei dibattiti sull'ambiente in modo da rispondere insieme al grido della terra e al grido dei poveri». 

L'ultimo capitolo della enciclica porta al cuore della conversione ecologica e immagina come ridisegnare abitudini e comportamenti. L’educazione e la formazione rimangono sfide cruciali; infatti “ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo”. Per questo devono essere coinvolte “la scuola, la famiglia, i mezzi di comunicazione, la catechesi, e altri”.

Il punto di partenza è "puntare su un altro stile di vita"  che “potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale" . Questo è “ciò che accade quando i movimenti dei consumatori riescono a far sì che si smetta di acquistare certi prodotti e così diventano efficaci per modificare il comportamento delle imprese, forzandole a considerare l’impatto ambientale e i modelli di produzione" .

Francesco scende anche nel dettaglio e nella enciclica parla di come evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o «condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via». «Un’ecologia integrale è fatta anche di semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo. Viceversa, il mondo del consumo esasperato è al tempo stesso il mondo del maltrattamento della vita in ogni sua forma».

Tutto questo sarà più facile se parte da uno sguardo di fede. «Per il credente, il mondo non si contempla dal di fuori ma dal di dentro, riconoscendo i legami con i quali il Padre ci ha unito a tutti gli esseri. Inoltre, facendo crescere le capacità peculiari che Dio ha dato a ciascun credente, la conversione ecologica lo conduce a sviluppare la sua creatività e il suo entusiasmo» si legge nell'enciclica .

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